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Rsa, prima il tampone poi (forse) la soluzione

La quarta commissione avanti col regolamento per il 2016, al consiglio l'urgenza per il 2015

Alessandra Troncarelli, assessore comunale alle politiche sociali

Alessandra Troncarelli, assessore comunale alle politiche sociali

Doveva essere una commissione decisiva per la posizione del Comune di Viterbo nei confronti degli ospiti delle Rsa (residenze sanitarie assistenziali) e dei loro famigliari che hanno diritto al contributo pubblico. E invece di decisivo non c’è ancora nulla, soltanto una vaga intenzione di procedere ancora con la burocrazia, e con tutti i tempi comodi del caso.

La quarta commissione di ieri ha deciso poco o nulla. L’assessore ai Servizi sociali ha letto la bozza di regolamento per i contributi redatta dagli uffici e poi è partito il temutissimo dibattito. Che ad una settimana di distanza dall’ultima riunione, e dopo mesi che il problema era venuto alla luce, non si è mosso di un centimetro. Intanto, per la cronaca, ci sono 93 ospiti (o famiglie) con un reddito annuo al di sotto dei 13mila euro, in enorme difficoltà, perché la delibera del Comune – la 142 del 29 aprile, firmata dal sindaco, allora delegato ai Servizi sociali – imporrebbe loro di pagare comunque le rette perché esenti dal contributo (basta possedere un immobile, o avere una piccola somma depositata in banca).

La Troncarelli legge, dunque, il dirigente Fioramanti assicura che il regolamento è stato fatto “in scienza e coscienza, cercando di uscire dal loop di quella delibera, senza preconcetti o paletti”. E l’assessora spiega che lo stesso regolamento si può modificare, anche senza tener conto della delibera di giunta. Ma di modificare la stessa delibera, o meglio di ritirarla, come chiede da mesi la consigliera Antonella Sberna (Forza Italia) non se ne parla.

La colpa di tutto questo caos, intendiamoci, è anche di altre realtà, di una serie di “incredibili coincidenze”, chiamiamole così: la Regione che taglia i contributi ai Comuni per il settore, l’entrata in vigore del nuovo modello Isee (che considera reddito anche l’aria respirata), la situazione pericolante del bilancio di Palazzo dei priori. Giulio Marini, comunque, se fosse ancora stato lui al governo della città, avrebbe fatto in modo diverso: “Per prima cosa avrei fatto ricorso al Tar contro le decisioni della Regione. Era la cosa più semplice e corretta. Al di là della sintonia politica con l’amministrazione Zingaretti, qui non c’è feeling che tenga: un Comune deve tutelare i suoi cittadini, a partire da quelli più deboli, dai pazienti. Che non possono essere trattati come pacchi postali”.

Gianmaria Santucci (Fondazione) invece è meno drastico e più pratico: “Se noi facciamo il regolamento è per sempre. Perciò eviterei di includere le cifre per i contributi e quelle disponibili, ma farei delle percentuali dei soldi disponibili, perché i fondi possono anche aumentare negli anni, così come, statistiche demografiche alla mano, aumenteranno i pazienti delle Rsa. Piuttosto, visto che si sta per discutere l’assestamento di bilancio, sarebbe opportuno che ci muovessimo già adesso per cercare di ricavare proprio dall’assestamento qualche soldo in più per le Rsa”.

Antonella Sberna, consigliere comunale di Forza Italia

Antonella Sberna, consigliere comunale di Forza Italia

Scorsi (Pd) guarda lontano: “L’assessore ha detto che si può intervenire sul regolamento in maniera migliorativa. Bene. La priorità deve essere quella di trovare più soldi nel bilancio 2016, perché il 2015 ormai è andato. E sia chiaro che bisogna farci sentire anche coi nostri consiglieri di maggioranza, Panunzi e Valentini, nonché col presidente Zingaretti. E lo dico da esponente di una maggioranza di centrosinistra, perché qui non c’entra l’appartenenza politica”.

Ora, che fare? Rimandare tutto ad un consiglio comunale il cui ordine del giorno è già intruppato da un’ottantina di punti (della serie: campa cavallo) e che dovrà essere riconvocato a dicembre, tra feste e settimane bianche, oppure portarsi avanti col lavoro in commissione? Si decide per una via di mezzo: lasciare al consiglio il compito, attraverso un atto di indirizzo, di trovare una soluzione tampone per il 2015, non dividendo la somma disponibile (intorno ai 475mila euro, salvo sorprese) in fasce, ma ripartendola egualmente tra i 93 soggetti aventi diritto. E parallelamente, in commissione, iniziare a lavorare sul regolamento definitivo che varrà dal 1 gennaio 2016. Questo a ieri, del doman non v’è certezza, specie su un argomento infido come questo delle Rsa.

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