“Metto come fluidificante Daniele Piombi e come tornante Pippo Baudo” diceva Lino Banfi, alias Oronzo Canà, in quel capolavoro del cinema trash dei primi anni ’80 che è “L’allenatore nel pallone”, lamentandosi col presidente Borlotti per l’assenza in rosa di due esterni di spinta coi polmoni buoni. Ecco, questo problema a Viterbo non attanaglierà nessuno, e non tanto perché Daniele Piombi e Pippo Baudo siano ormai due fuori quota in ogni senso, quanto perché sulle corsie laterali la Viterbese sembra aver trovato dopo tanto cercare due interpreti perfetti per il ruolo di terzino fluidificante. Se, infatti, oltre al risultato pieno per i gialloblù, il derby col Civita Castellana ha evidenziato spunti positivi di crescita nella squadra di mister Nofri, questi vanno ascritti soprattutto ai due esterni di difesa, Riccardo Pandolfi e Francesco Fè. Due di cui si era parlato un gran bene già prima che vestissero la maglia del Leone e che nel derby hanno dimostrato non solo di meritarsela, ma di essere anche determinanti per la vittoria finale. E scusate se è poco, considerato che parliamo di due under.
Al livello tattico, il 4-3-3 di Nofri (divenuto 4-4-2 nel finale di gara) alla sua seconda uscita in panchina, ha evidenziato due aspetti positivi: come detto poco fa, in primo luogo la spinta dei terzini, finalmente capaci di incidere a dovere sullo schema corale di gioco; e poi gli inserimenti di Matias Cuffa dietro le punte. El Cabezòn (anche se a Viterbo ne abbiamo conosciuto uno ben più famoso, Omar Sivori) che ha segnato un bel gol di testa (la sua specialità) propiziato da Pandolfi, ha giocato sempre restando dietro al centravanti e cercando di inserirsi appena possibile. Una soluzione tattica, questa, che è utilissima ad una squadra che in attacco ha difficoltà a segnare. Bene, bravo, bis. Cuffa, tuttavia, è ancora probabilmente un po’ giù di forma e, nonostante la sua presenza in fase offensiva e la sua indubbia qualità, ha fatto fatica a rientrare, lasciando spesso il centrocampo smarrito e scoperto. Non a caso durante il match Nofri si è svociato per chiedere a Dorigatti e Neglia di aiutare i compagni nel reparto arretrato. Cosa che non sempre è venuta bene e la squadra infatti a più riprese è apparsa lunga e ha subito il pressing della Flaminia.
Domenica prossima a Grosseto, in quella che per la famiglia Camilli sarà una gara non certo come tutte le altre, prima di tutto la Viterbese dovrà mettersi in testa di cominciare a correre e di smetterla di arrivare sempre seconda sul pallone. Perché contro la contendente toscana, in lizza coi gialloblù per il primato finale, la differenza la farà la condizione atletica migliore. La difesa così come l’abbiamo vista contro i civitonici sembra aver trovato la sua dimensione, ma a centrocampo ci si deve svegliare e correre di più. In attacco, invece, per buttarla dentro ci sarà bisogno di un po’ di tecnica e di molta fantasia in più. E di diversi ceri accesi a Santa Rose e di un dose tripla di rosari recitati sperando in una giornata di grazia degli avanti viterbesi. Amen.