Che ci fossero segnali di ripresa, lo si poteva cogliere da parecchi aspetti. Magari particolari, forse anche più appariscenti che sostanziali. L’aria che tirava (e che tira tuttora) insomma era buona, secondo quanto pressoché all’unanimità avevano dichiarato, in una serie di interventi su Viterbopost, alcuni dei principali attori dell’economia viterbese e della Tuscia tra fine agosto e gli inizi di settembre quando, con le ferie ormai in archivio (e Santa Rosa pure) ci si apprestava alla ripresa piena dell’attività. Sensazioni, previsioni, anche speranze. Ed ora eccoci qui con i dati ufficiali, sanciti dal Rapporto Movimprese di Unioncamere, realizzato sulla base dei dati del Registro Imprese della Camera di Commercio Viterbo: nel trimestre aprile – giugno 2015 si sono registrate 430 iscrizioni e 331 cancellazioni di imprese esistenti. Con un saldo attivo, dunque, di 99 unità e un relativo tasso di crescita pari allo 0,3%. Nel Lazio è andata un po’ meglio (+0,5%), mentre il dato nazionale è assolutamente identico (+0,3%). Insomma, il movimento anagrafico delle imprese nella provincia di Viterbo continua a far registrare una buona vitalità.
In un panorama sostanzialmente confortante, non si può non segnalare la crescita nel settore agricolo, il cui stock di imprese registrate è aumentato nel 2° trimestre dello 0,4% mantenendo la consistenza di area più rappresentativa con oltre il 30% sul totale. Anche il commercio, settore molto importante con una quota di circa il 22%, cresce con il medesimo livello percentuale (+0,4%). Leggermente meno consistente (+0,2) l’aumento che si registra nel campo delle attività manifatturiere, che comunque rappresentano il 5,6% circa del totale delle imprese registrate.
Continua la buona performance del comparto legato ai servizi di alloggio e ristorazione che fa registrare +0,4% in un settore sempre più importante per l’intero movimento economico in quanto è arrivato ormai a rappresentare il 6% del totale. Così come è positiva la variazione per i servizi di informazione e comunicazione (+0,4%), le attività finanziarie e assicurative (+0,5%) e le attività immobiliari che mettono a segno una crescita consistente (+0,7%). Gli incrementi maggiori si registrano in altri comparti che però pesano meno rispetto al contesto economico locale: le attività professionali e scientifiche (+1,3%), le attività artistiche e di intrattenimento (+0,6%), i servizi di sanità e assistenza sociale (+5,6%), il settore istruzione +(4,4%). Positivi, infine, anche i settori dell’estrazione minerali e di fornitura dell’energia elettrica.
Passando alle note meno positive, c’è da registrare un lievissimo calo delle imprese artigiane, la cui flessione si attesta a -0,05% (nel Lazio -0,12%; in Italia -0,13%). Ancora in difficoltà il settore delle costruzioni, che pur mantenendo un peso rilevante sul sistema economico locale con il 13,6% del totale delle imprese, continua a risentire della crisi e subisce una flessione del numero delle imprese dello 0,3%.
Per quanto riguarda la forma giuridica in termini percentuali, si registra una lieve diminuzione delle ditte individuali che passano dal 65,2% del secondo trimestre al 65% del terzo trimestre: un piccolo segnale che va accolto positivamente in quanto rappresenta un’inversione di tendenza. Rimangono invariate le società di persone, mentre le società di capitali crescono dello 0,3% passando dal 15,5% al 15,8% nel trimestre. Invariate le altre forme in termini percentuali.