In attesa che il presidente Marco Ciorba convochi il consiglio comunale per discutere la mozione di sfiducia al sindaco “quale primo punto all’ordine del giorno del consiglio appositamente convocato” (articolo 45 comma 1 del regolamento), maggioranza e opposizione di Palazzo dei priori continuano allegramente a scambiarsi colpi. Di fioretto o di sciabola che siano. Esempio il botta e risposta tra Buzzi (Fratelli d’Italia) e Minchella (Pd), che vi risparmiano e che potete trovare su altri organi d’informazione mooooolto più autorevoli di noi.
Fin qui, polvere di stelle. E spifferi che tornano sulla presentazione della mozione di sfiducia, giovedì scorso, secondo qualcuno della maggioranza firmata in maniera maldestra, tra un appello e l’altro del consiglio: “Il primo era andato a vuoto perché non avevamo i numeri – ragiona un esponente dell’alleanza che sostiene Michelini – Hanno convinto Insogna e Moltoni a firmare contando sul fatto che anche quella seduta andasse a vuoto. Così non è stato”. Già, perché con l’arrivo di un altro consigliere (Patrizia Frittelli) la maggioranza ha potuto dare il via al consiglio.
Punti di vista, rispettabilissimi, come quello che sostiene che alla fine la mozione (un atto politico legittimo, ma non un atto amministrativo) possa ricompattare l’attuale alleanza. Se ne saprà di più già oggi in serata, quando nella sede di via Polidori il segretario dell’unione comunale Stefano Calcagnini ha convocato la riunione del gruppo consigliare dei democratici, allargata agli assessori, ai segretari di circolo, alla direzione dell’Unione e – dato tutt’altro che marginale – al segretario provinciale Egidi. Un vertice “per concordare insieme le iniziative da assumere in consiglio comunale e nella città di Viterbo, per respingere con forza, tale vergognoso attacco, e allo scopo di rinnovare il nostro appoggio all’Amministrazione comunale di centrosinistra”.
Ma il problema vero, e dunque la notizia, sta nel fatto che questa convocazione non è stata gradita (eufemismo) dal capogruppo in consiglio comunale Francesco Serra, che dal canto suo aveva già radunato (“Per primo”) la riunione dei consiglieri del Pd per domani, mercoledì. E che ha interpretato questo anticipo di Calcagnini come un sorpasso. Di qui la tensione e la richiesta di Serra di cancellare l’appuntamento di oggi. In un momento così delicato, il vecchio attrito tra Unione comunale (fioroniana) e gruppo consigliare (a maggioranza panunziana) potrebbe provocare non pochi grattacapi allo stesso Michelini. E magari qualche timore clamoroso che alla mozione dei 13 d’opposizione possa aggiungersi – chissà perché, chissà percome – anche qualche inaspettato appoggio dai banchi della maggioranza.
Le diplomazie sono al lavoro: ieri, prima dell’appuntamento del Pd sulla riorganizzazione del partito (c’era l’ex presidente della Regione e la deputata Valente), Serra ha parlato a lungo con il suo vice Fabbrini. Tra gli scenari in campo ci sarebbero anche le clamorose – ma fino ad un certo punto – dimissioni del cardiologo-capogruppo.
All’evento in Provincia, tra l’altro, erano presenti tanti esponenti di entrambe le fazioni. Bisognerà aspettare oggi per vedere se qualche esponente della sinistra Pd, cioè renziani-panunziani, vorrà disertare il summit, o se lo stesso appuntamento alla fine sarà rinviato. Si parla anche della presentazione di un documento dagli stessi. Insomma, le paturnie della scorsa primavera, emerse ai tempi dell’ultimo rimpasto, tornano prepotentemente di moda, coi fioroniani che scelgono la linea Renzi (gli organi locali di partito decidono la linea, gli eletti la applicano) e gli altri, forti degli sponsor più forti a livello provinciale e locale, che puntano a mantenere la loro autonomia. Tutto molto bello, tutto molto – virgolette – democratico.