Si sono presentati ad Imola, terra rossa e di teste rosse (non il film, ma le auto). E solo per questo meriterebbero già una medaglia al coraggio. Probabilmente poi non hanno toccato le duecentomila presenze annunciate. Ma poco importa. Anche perché i numeri certi non si sapranno mai, tra stampa impazzita e mancato pallottoliere all’entrata.
Hanno fatto festa però, questo è sicuro. Dentro all’autodromo Enzo e Dino Ferrari. “Fino a mattina”, certifica la signora del campeggio. E, soprattutto, si sono confrontati. Forti dei dati nazionale che li vedono, dopo la batosta delle scorse Europee, aumentare “volumetricamente” di giorno in giorno.
Eccolo, il camaleontico movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Per due giorni riunito in quello che poi si chiama “Italia Cinque stelle”. Un raduno nazionale, suddiviso in stand regionali, che quest’anno da Roma si è spostato in Emilia.
Un’occasione ghiotta di dialogo, di programmazione, di scambio. E la delegazione viterbese non poteva certo mancare. “È stato stupendo – chiarisce subito e senza voce il portavoce Gianluca De Dominicis – Incontrarci e parlare fuori dal web, con gente che magari invece conosci solo in rete, è una bella cosa”.
Inutile negarlo, il mantra perpetuo della comitiva è stato “Metteteci alla prova”. Che poi tradotto sarebbe: esistiamo, e anche da un po’ ormai. Quindi abbandonate i dubbi e dateci fiducia. “Sarebbe ora – prosegue il consigliere comunale, sponda opposizione – Il Movimento è cresciuto tantissimo. Non siamo più alle prime armi, sappiamo agire e vorremmo poter dire la nostra”.
E magari tanto in Italia, quanto a Roma (il caos Marino ha messo su un bel toto-sindaco, alla ricerca del pentastellato adatto), quanto qui in città. “Viterbo a Imola si è presentata in bus – aggiunge – cinquanta persone. E non solo addetti ai lavori, ma anche simpatizzanti. Se non bastasse numerosi concittadini li abbiamo trovati lì, arrivati con mezzi propri”.
Ok, il segno ineluttabile è che qua si rispecchia il trend nazionale. E allora, qualora cadesse Michelini (e giacché la sfiducia nei suoi confronti parte proprio dalla banda De Dominicis), saranno pronti questi a governare pure all’ombra della Palanzana? “Metteteci alla prova – ci scherza sopra sempre lui – Non abbiamo sfiduciato il primo cittadino per voler vincere noi. E non abbiamo nemmeno messo in piedi la cena di Bagnaia (quella con parlamentari e consiglieri regionali come camerieri, ndr) per dimostrare forza. Qui il discorso è diverso. Questi non sono in grado di andare avanti, vivono nell’immobilismo, o peggio ancora affondano sempre più. Basterebbe dire ‘Scusate, abbiamo fallito’. Poi che c’entra, certo che siamo pronti. Pronti a creare una squadra che operi con intelligenza sul territorio. Ad Imola ci hanno voluto incontrare degli altri ragazzi del Movimento. Hanno preso come modello il nostro baratto amministrativo. Queste sono le cose che ci piacciono. Perché sono utili per la gente, e non per gli interessi di pochi. Ed in questo senso si dovrebbe pensare e programmare”.
Chiudendo: alla fin fine questa “Italia Cinque stelle” è una Leopolda un po’ allargata. “Cosa? – termina De Dominicis, ridendo di brutto – Altro che Leopolda…”.