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Tuscia con Toscana e Umbria? Ecco che cambia

Una macro regione appenninica creerebbe alcuni problemi: dalla lingua, allo sport

La mappa d'Italia secondo la riforma Morrasut-Ranucci

La mappa d’Italia secondo la riforma Morrasut-Ranucci

La notizia che, secondo il disegno di legge dei deputati Morassut e Ranucci, la Tuscia potrebbe presto essere inglobata in una macro regione dell’Italia centrale insieme a Toscana e Umbria, ha gettato nel panico le diplomazie di tutto il mondo. “Ma come? – si sono chiesti al quartier generale dell’Onu – Già abbiamo abbastanza casini con l’Isis, mo’ ci si mettono pure questi?”. E mentre dalla Russia Vladimir Putin ha offerto il suo aiuto “disinteressato” per risolvere la questione, armando i bombardieri e offrendo colbacchi gratis per tutti, alla borsa di New York il valore del baiocco è crollato ai livelli della dracma.
Viterbopost è ora in grado di anticiparvi le più importanti novità derivanti da questo Anschluss alla porchetta. Eccole.

Uno scorcio di Perugia

Uno scorcio di Perugia

L’evoluzione del linguaggio. All’inizio sarà un po’ difficile amalgamare i tre dialetti principali dei territori aggregati dalla riforma. Tant’è che ad un agente di commercio viterbese, in trasferta in Umbria, che voleva fare colazione in un bar di Perugia (“Che me dae un cappuccio?”), è stato invece consegnato un tipico copricapo di una delle numerose logge massoniche presenti in città, insieme ad un compasso e ad una cazzuola da muratore. Col trascorrere del tempo, però, si arriverà ad una lingua comune per tutti. Frase tipica: “Ovvia, semo tutt’un sentimento, ‘ndamo a fare una gita a Derni e dindorni”.

Una delle buche che abbondano sulle strade della Tuscia

Una delle buche che abbondano sulle strade della Tuscia

Il problema del traffico. E’ evidente che tutte e tre le zone soffrano la questione. La mole di veicoli che ogni giorno transita attraverso la Toscana, l’Umbria e la Tuscia rischia di compromettere per sempre l’aspetto paesaggistico e di far innalzare i livelli d’inquinamento. Perciò ecco che le realtà si scambieranno le rispettive esperienze nel campo. Da Livorno, un equipe di tecnici all’avanguardia costruirà dunque un grande porto per merci e passeggeri sul Tevere, all’altezza di Attigliano. Di contro, Perugia metterà a disposizione il suo sistema di sensi unici, parcheggi e scale mobili per la Maremma, che li impianterà in un campo di meloni nei pressi di Scansano. E Viterbo? A grande richiesta, tutte le buche delle strade provinciali saranno scannerizzate (naturalmente in 3D) e trasferite sul circuito motociclistico del Mugello. Giusto in tempo per il prossimo duello tra Marquez e Rossi.

Il triangolo culturale. La Toscana ha Giotto, Dante, Leonardo e Pieraccioni? L’Umbria ha il Perugino, il Pinturicchio, Monica Bellucci e l’oste Giorgione? Bene, la Tuscia non si spaventa. E mette in campo i migliori figli delle sue arte, non prima di aver fornito loro una massiccia dose di nocino, e naturalmente dei giubbotti antiproiettile. Ecco dunque che per creare un vero polo turistico e culturale, in grado di attirare turisti e picchiatelli da tutto il mondo, Viterbo contribuirà con un tridente da sballo. Composto da: il portavoce del comitato per l’acqua pubblica, l’acqua termale e l’acquavite (non necessariamente in quest’ordine), il sufajaro di Vallerano e, in formazione completa, un’agguerrita rappresentanza dei commercianti contro la chiusura del centro storico, contro la raccolta differenziata e contro la ricevuta fiscale.

La questione etrusca. Il dilemma maggiore, però, che assilla tutti gli storici (almeno quelli che non hanno ancora un loro programma su Rai Tre) e che rischia di spaccare il mondo archeologico mondiale, è il seguente: a chi apparterranno gli Etruschi? Il popolo, d’altronde, è vissuto in tutte e tre le regioni. E se la Toscana può vantare luoghi famosi in tutto il mondo come Vetulonia e Roselle, anche l’Umbria con Orvieto non è da meno; mentre la Tuscia, con Tarquinia, Vulci e l’Acquarossa rivendica il suo primato. Ecco allora che per decidere una volta per tutti a chi appartengono gli Etruschi, sono al vaglio alcune soluzioni. Prima ipotesi: giocarsi la suddetta paternità tra tre rappresentanti delle regioni nel corso di una partita all’ultimo sangue a tressette, da disputarsi all’area di servizio Giove est. Seconda: lasciare la vittoria all’ultimo dei tre rappresentanti regionali che resta sveglio durante un intero concerto di Massimo Ranieri. Terza: lasciare scegliere direttamente a loro, agli Etruschi.

La supremazia sportiva. E’ vero: la Fiorentina è nelle prime posizioni di serie A, ma il Perugia annaspa in B, e fa fatica a tornare grande, mentre la Viterbese, insomma, per la Viterbese anche Nostra signora di Lourdes non ha risposto al citofono. Perciò serve una sinergia anche calcistica, affinché la nuova macroregione non abbia rivali nel panorama e internazionale. Soprattutto, servirebbe un presidente, un manager, in grado di guidare con polso fermo la nuova società. Perciò ecco la soluzione, studiata direttamente dallo scienziato che clonò la pecora Dolly: clonare un ciuffo di capelli di Vittorio Cecchi Gori, un lembo di pancia di Luciano Gaucci e per Piero Camilli, be’, Camilli è quello che ci mette la pecora. Verrebbe fuori il presidente perfetto.

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