Bandiere e colori, tradizioni antiche di questa terra, sapori ed eccellenze, nella cornice vagamente avveniristica di Expo. La commistione è di quelle affascinanti, la visibilità è garantita, specie perché qui si parla di sabato (9) e domenica (10) sono i giorni di maggiore affluenza all’esposizione universale. Che del resto riavvia i venti milioni di visitatori, 4.4 dei quali solo a settembre. Tanto di guadagnato per la Tuscia, che appunto nel fine settimana salirà a Rho con tutto il suo scrigno di tesori.
L’occasione la fornisce la Regione Lazio – l’unica insieme alla Lombardia ad avere uno spazio permanente al padiglione Italia – che ha chiamato tutti quei progetti nati e sviluppatisi grazie ai bandi regionali. Per la provincia di Viterbo ci sarà dunque il Comune di Viterbo, col progetto I Sapori del rito, legato a Santa Rosa e non solo: hanno partecipato 33 aziende, e c’è sempre la Macchina ad Eataly. Poi Caffeina, con il Menù dei papi – Mangiare dei pellegrini. Quindi l’università della Tuscia, con la sua Food valley e quindi il Gal, con Le città invisibili, progetto che unisce vari centri dell’Alta Tuscia, con Acquapendente come capofila.
“Sfrutteremo questi due giorni per parlare di noi, della nostra città, delle nostre bellezze – spiega l’assessore delegato ad Expo Giacomo Barelli – La Macchina di Santa Rosa, le terme, la storia e la cultura, il buon mangiare e il buon vivere. E anche la nostra visione di Expo, al quale ci siamo presentati facendo rete, coinvolgendo tutte le realtà del territorio. E considerando che per il 9 è previsto anche il passaggio di un altro progetto del genere, Experience Etruria, ad Expo per le idee, direi che siamo sul pezzo”.
Non solo. A dare un tocco di folclore a tutti, ecco il gruppo delle Sbandieratici del centro storico, con i costumi d’epoca, bandiere e tamburi. “Partiremo alle quattro di mattina – dice il presidente Alfredo Fazio – con il pullman che il Comune ci ha messo cortesemente a disposizione. Faremo tre spettacoli lungo il cardo e il decumano: uno a mezzogiorno, uno alle cinque del pomeriggio e l’ultimo, alle 20.30, proprio sotto l’Albero della vita”. Che è il simbolo di Expo. Il pernotto è fissato a novanta chilometri da Rho – gli alberghi lassù sono pieni per ovvi motivi – e i ragazzi viterbesi sperano, tra una sbandierata e l’altra, di farsi pure un giro al padiglione Italia, e a quello dell’Avis. Il gruppo viterbese, tra l’altro, è stato eletto il migliore d’Italia per il 2015, e pure i pupi, gli under 15, hanno alzato trofei.
A venti giorni dalla fine di Expo (il 31 ottobre), Viterbo insomma rilancia la sua azione, e al netto delle chiacchiere di chi non sa nemmeno così l’esposizione, l’assessore Barelli è soddisfatto: “Per noi Expo non finisce, ma speriamo che l’onda lunga continui. Abbiamo in cantiere una serie di appuntamenti al PalaExpo di Valle Faul, tra cui il progetto Nutrire la legalità con Coldiretti, per il quale verrà anche l’ex procuratore Giancarlo Caselli”. Ma altre sorprese, belle grosse, potrebbero essere in cantiere.