Riprende l’attività politica (o signùr) dopo un mese di pausa che non può considerarsi estiva ma semmai festiva, perché c’era Santa Rosa. Evviva, evviva. Clima rilassato, e chissà che la pioggia fuori non contribuisca a far stare più volentieri i consiglieri dentro.
Ore 15.20 Dove eravamo rimasti? All’approvazione del bilancio, votato dopo una lunga maratona il 31 agosto e soltanto dalla maggioranza, con l’opposizione sull’Aventino (o sulla Palanzana). Da allora non è successo niente: fumogeni, risse, un omicidio, le minacciate dimissioni di Filippo Rossi e la Juventus in fondo alla classifica di serie A.
15.36 Siamo ancora in sala d’attesa. Mancano parecchi consiglieri, e intanto per gli austeri locali di Palazzo dei priori si aggira una visita guidata composta da turisti anziani. La guida: “Avvertitemi quando inizia il consiglio, così abbasso il volume delle spiegazioni”. Risposta: Signora, coi tempi che hanno questi può spiegare pure tutti i fori romani, il Colosseo e le Terme di Caracalla.
15.48 “Tranquilli che oggi manca il numero legale – confida un consigliere di maggioranza – Tra gente che sta in ospedale, impegni vari e assenti storici non ci siamo. A meno che la minoranza non ci faccia un assist”. Come se dall’altra parte fossero tutti Messi.
15.54 Appello: manca il numero legale, in maggioranza sono 16 col sindaco, troppo pochi per iniziare le danze. Anche Insogna e Moltoni sono usciti. Si riprende alle 16.30, si procede per l’ambo.
16.57 Slitta il secondo appello per ascoltare, di sotto, le ragioni dei famigliari degli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali. Giustamente. Come se non bastasse, ecco che in aula ci sono anche i dipendenti di Villa Rosa freschi di licenziamento. La sanità laziale è una bomba, Ad orologeria.
17.05 Quindi ancora in sospensione, per ascoltare la rappresentanza di lavoratori: “Meglio così, magari ricoverano seduta stante pure qualcuno della maggioranza”, è la battuta feroce di un consigliere d’opposizione.
17.02 “A conclusione dell’incontro, durante il quale si è parlato dei licenziamenti dei sette lavoratori e della possibile esternalizzazione degli operatori socio sanitari, il sindaco Michelini ha inviato una nota al prefetto di Viterbo per chiedere l’attivazione di un tavolo istituzionale, alla presenza di una delegazione di lavoratori e delle rappresentanze sindacali”, spiegherà poi un comunicato di Palazzo dei priori.
17.14 Qualcuno, invece, vola più alto e fa notare che il metodo del canguro adottato in questi giorni al Senato sulle riforme istituzionali per abbattere i milioni di emendamenti, ricorda quello già applicato qui per snellire la discussione sul bilancio. Viterbesi, sempre un passo avanti.
17.29 Finalmente l’appello. Ma il numero legale non c’è, l’opposizione esce e la maggioranza non riesce a recuperare un consigliere di salvataggio. “Dichiaro deserta la seduta”, dice il presidente Ciorba in giacca bianca. Tutti a casa. Ci si rivede martedì, per la seduta straordinaria sulla sicurezza, pallottoliere alla mano.
17.50 Morale della favola: la maggioranza, tra ospedalizzati (in bocca al lupo), impegnati per altre ragioni o dissidenti (come Rossi) non aveva i numeri per fare il consiglio. La minoranza, cinicamente ma nel pieno esercizio dei suoi diritti, ha colto la palla al balzo. “Però, se ci avessero fatto cominciare, avremmo fatto le interrogazioni e finito qui – si sfoga una consigliera micheliniana – E’ un atteggiamento che non capisco: se martedì, al consiglio straordinario sulla sicurezza chiesto dall’opposizione fossimo noi a non garantire i numeri, cosa succederebbe? Come minimo ci accuserebbero di irresponsabilità, come minimo…”