E’ ammissibile e concepibile che nell’Italia del ventunesimo secolo possa essere in vigore la legge del Far West? No, evidentemente no: non è tollerabile che ognuno si senta in diritto di farsi giustizia da solo. Ci sono le leggi e vanno rispettate da parte di tutti. I delinquenti vanno perseguiti con il massimo del rigore, giudicati con il massimo delle garanzie e poi, se condannati, devono restare in galera per tutto (t-u-t-t-o) il tempo che la sentenza ha stabilito. I cittadini onesti vanno difesi e aiutati a difendersi, sempre nel rispetto della legge e senza esagerazioni di alcun genere. Sono i principi fondamentali di uno Stato di diritto e sono inderogabili e non negoziabili in qualunque circostanza. Altrimenti è il Far West: non è casuale che negli Stati Uniti dove acquistare (e usare) un’arma da fuoco è più facile che prendersi una Coca Cola ad un distributore automatico si verifichino sempre più spesso episodi di violenza con sparatorie e stragi di innocenti. E non è casuale che in quello stesso (grande) paese le forze dell’ordine abusino più di qualche volta dei mezzi di coercizione con, anche in questo caso, vittime che si sarebbe potuto e dovuto evitare. Sono le due facce della stessa medaglia.
La vicenda di quel cittadino che ha sparato e ucciso il ladro che si era introdotto in casa sua suscita sentimenti e reazioni contrastanti. Intanto, il sindaco che in tv mostra la pistola e si augura di vedere il cimitero pieno di delinquenti è una stortura intollerabile. Vale per tutti, a maggior ragione per chi riveste ruoli istituzionali. Non è così che si combatte la delinquenza. La domanda che più frequentemente ci si pone è questa: come si comporterebbe ognuno di noi di fronte ad un’eventualità del genere? Quell’uomo ha sparato per difendere se stesso, la sua famiglia, i suoi beni, Probabilmente non voleva uccidere, soltanto spaventare e allontanare l’intruso, ma oggi si ritrova indagato per omicidio volontario. Ineccepibile a rigor di legge: il sentire comune reclama altro, però. Se non è ammissibile che ognuno si senta autorizzato a farsi giustizia da solo, non è ugualmente accettabile che ci si senta soli, anzi isolati di fronte alla criminalità, piccola o grande che sia. E neppure è pensabile che le forze dell’ordine possano presidiare ogni angolo o cantone delle nostre strade. Allora, come se ne esce? Innanzitutto con una sana opera di prevenzione da parte di tutti: meglio un allarme che poi si rivela ingiustificato che un mancato allarme. Basta con i qualunquismi e i populismi da strapazzo: non è vero che ogni immigrato, clandestino o regolare che sia, sia un potenziale rapinatore e/o stupratore e/o spacciatore e/o sfruttatore. L’accoglienza e l’aiuto a chi scappa da terre martoriate dalla guerra è un dovere civico e morale. Prima si salvano le vite umane e poi si discute su chi e su quanti hanno il diritto di restare. Infine, basta con le condanne non eseguite: il giudice stabilisce una pena e, nello stesso momento, mette fuori fuori dal carcere il reo. D’accordo, la legge lo permette, ma questo alimenta sfiducia e pessimismo che poi possono anche degenerare. E allora la domanda è: da che parte sta veramente lo Stato? Si accettano risposte e consigli pure.
Buona domenica.