È stata rappresentata la scorsa settimana, nell’ambito della rassegna Quartieri dell’Arte, la pièce “Captain Amazing” diretta dalla regista e attrice Monica Nappo.
L’opera è stata scritta da Alistair McDowall nel 2012 e ha debuttato un anno dopo al Edinburgh Festival Fringe. La storia racconta di come un padre tenti di apparire agli occhi di sua figlia come un supereroe con strabilianti poteri. Lui è Capitan Meraviglia capace di volare, incenerire i cattivi con un solo sguardo e salvare l’umanità da ogni catastrofe. Mark, nella vita commesso in un negozio di ferramenta, inizia a costruire fantastiche avventure nella sua testa per alleviare le pene della figlioletta malata. Lui è come Spiderman, anzi meglio, e come amico ha Superman.
Storie inventate e vita reale si mischiano e creano in Mark una sorta di schizofrenia. Questo sdoppiamento poi, l’aiuterà ad accettare l’inevitabile perdita. Ogni genitore per i propri figli è un supereroe. Ogni figlio pensa che il proprio padre è immortale e potente. Ma a Mark serve qualcosa di più per strabiliare sua figlia, non trovandolo punti di riferimento nella sua vita reale, si arrangia con i supereroi che a sua volta avevano popolato la sua infanzia. Anche l’attore in un certo senso è un supereroe perché ha poteri speciali, capaci di mettere in comunicazione la platea con le parole, il significato di un opera. La capacità di volare poi, tanto cara a McDowall, è una metafora che coinvolge la forza della nostra mente, l’abilità dei nostri sogni, capaci di tenerci in vita in attesa di un futuro migliore.
Sotto il mantello, rosso fuoco, ieri c’era Nicola Nocella vincitore del Nastro d’argento come migliore attore esordiente nel film di Pupi Avati “Il figlio più piccolo”. Nocella non si risparmia nell’interpretare il sorprendente supereroe. Per più di un’ora si trasforma, cambia registro mutando ora in Mark, ora nella piccola Emily, ma anche nel capriccioso miliardario Batman deriso dai suoi amici per non avere veri e propri poteri.
Il pubblico ha riso tanto, ma anche meditato e stretto i denti davanti alla bellezza della fantasia, che da secoli incanta e conforta gli esseri umani. Per qual che riguarda la regia ad opera di Monica Nappo, l’attrice valuta attentamente i mezzi e la portata dell’opera, basando la sua rappresentazione sull’uso della parola e sulla corretta interpretazione del testo.