Addio, faccio le valigie e me ne vado. Con un comunicato piccante, polemico e pure un tantino velenoso, quelli di Bomarzo esoterica annunciano che se ne andranno dall’omonima cittadina. Nonostante il loro cartellone delle iniziative sia ancora in piedi. E nonostante l’associazione stia riscuotendo un discreto successo.
Ma procediamo con ordine. Prima la storia: i due appuntamenti che hanno portato alla decisione fatale sono rispettivamente l’incontro aperto con il professor Semir Osmanagich (antropologo di fama internazionale) ed il concerto dei Taproban (band prog-rock). Per quanto riguarda l’Indiana Jones jugoslavo, la richiesta di oltre 1500 partecipanti (secondo gli organizzatori, quelli del circolo Pd su Facebook han giurato molti meno) ha portato l’organizzazione a spostare l’evento altrove “per problemi di capienza”. Sollevando un polverone da non poco. Per il gruppo musicale, invece, sempre i vertici se la sono presa con l’amministrazione, rea di aver fatto partire un iter burocratico infinito.
“La nota dolente riguarda la logistica – si legge nella missiva – un paese arroccato su una ripida salita sulla cui sommità è posto palazzo Orsini. Una location difficilmente raggiungibile a piedi, motivo per cui sono stati installati due ascensori che dovrebbero facilitare l’accesso. Peccato però che non funzionino da anni”.
E ancora. “L’episodio che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ingiustificata ed onerosa richiesta di permessi in occasione del concerto. Gli evidenti segni di ostruzionismo ed indifferenza dell’amministrazione – prosegue – dimostrano chiaramente che il paese non intende scrollarsi di dosso un’atavica inerzia”.
Ok, detto ciò: cosa ne pensano in Comune? “Non ne sapevo nulla – replica cadendo dalle nuvole il sindaco Ivo Cialdea – apprendo la notizia solo ora, dalla stampa. Sto qua, col programma in mano, in attesa che gli stessi promotori mi chiamino. Per quanto riguarda gli ascensori, che comunque portano poche persone alla volta, posso solo dire che se non vanno da tempo, la cosa si sapeva già prima di elaborare il canovaccio. I permessi successivi, invece, sono quelli che si debbono per forza di cose richiedere. Siae, ‘scarico a terra’ e via dicendo. Rimango basito”.
Conclusione. “Avevamo scelto Bomarzo per ospitare la manifestazione – chiude la lettera, e per dover di cronaca va detto che l’associazione non è locale, parola di primo cittadino – perché abbiamo una spiccata propensione per il nostro territorio, e volevamo imprimere una svolta decisiva nella promozione di un’area ricca di potenziale ma mai adeguatamente valorizzata come meriterebbe. Purtroppo però gli obiettivi si sono dovuti ben presto scontrare con quelle che sono le inaccettabili dinamiche che da sempre condizionano l’agire del singolo, per piegarsi di fronte al volere di consolidati gruppi politici”.
Che Bomarzo fosse terra misteriosa, si sapeva da un pezzo. Ma qui forse si sta sfiorando la fantascienza.