“Nomina direttore generale azienda Usl Viterbo”. La fredda dizione burocratica sancisce che stamattina alle 10,30 nella sala degli Etruschi (un segno del destino?) della Regione Lazio sarà proposto lo schema di decreto (esattamente il numero 23 VIII) del presidente Nicola Zingaretti che mette fine alle gestione commissariale della Asl viterbese. Una vicenda che si trascina dal dicembre 2012 quando fu nominato commissario Antonio De Santis e poi proseguita dal 16 aprile dell’anno seguente con l’arrivo di Luigi Macchitella: insomma 30 mesi di commissariamento dell’azienda più importante dell’intera provincia e che fornisce un servizio evidentemente fondamentale affidata al classico uomo solo al comando che, di fatto, rispondeva esclusivamente a chi lo aveva messo in quel posto.
Ora, finalmente, si volta pagina. La Asl di Viterbo avrà un direttore generale, già individuato nella figura dell’attuale direttore amministrativo della stessa Azienda sanitaria locale: Daniela Donetti, che andrà dunque ad occupare la prestigiosa (e rognosa) poltrona. Un nome che circola da mesi e che ha già suscitato le ire delle forze di opposizione in Regione che contestano la scelta, in quanto non fa parte della corposa short list (un paio di centinaia di candidati) approntata dagli stessi uffici della Pisana tra coloro che aspirano a quel tipo di incarichi e che possiedono i requisiti essenziali per farlo.
Come che sia, si torna ad un regime di normalità con un direttore generale che ormai ben conosce i complessi meccanismi della sanità viterbese, poiché la dottoressa Donetti (laurea in economia e commercio conseguita presso l’Università di Parma, città dove è nata 46 anni fa) è a Viterbo dal giugno 2013 quando arrivò proprio con il compito di guidare e coordinare il settore amministrativo. In precedenza aveva lavorato alla Regione Lazio, e, ancor prima, all’ospedale Forlanini di Roma, alla Asl di Foligno e a quella di Terni. Sempre con compiti di tenere a bada i conti e far quadrare bilanci che, con il passare del tempo, sono diventati sempre più complicati in virtù delle norme sulla spending review che colpiscono ogni genere di ente pubblico.
Una esperta di finanza che avrà il compito anche e soprattutto di rilanciare un settore come quello della sanità pubblica nella Tuscia, vittima di troppe ristrutturazioni selvagge negli ultimi anni che hanno portato al fortissimo ridimensionamento delle strutture periferiche per concentrare al massimo l’operatività su Belcolle che, però, dal canto suo è sempre alle prese con gli infiniti lavori di ristrutturazione e di ampliamento che ne limitano fortemente le potenzialità. Come pure, vale la pena ricordare e sottolineare un’altra questione che si trascina da tempo immemore: lo stato di precariato in cui versano centinaia di dipendenti, la cui opera è decisiva per far funzionare la macchina. Personale (medico, paramedico e ausiliario) che da anni attende legittimamente l’immissione in ruolo.
Sono soltanto alcune delle problematiche con le quali il neo direttore generale dovrà fare i conti al più presto. Un “in bocca al lupo” è proprio necessario.