Quella di ieri l’altro, in futuro, si potrà serenamente ricordare come una giornata campale. Storica. Quasi eroica. Dalla Tuscia son partiti, direzione Milano, quattro pullman, diverse auto, ed alcuni pazzi hanno perfino preso l’aereo pur di esserci. No, la comitiva non è salita fin lassù per seguire il Milan (quello forse li avrebbe resi ancor più eroi, dati i tempi). Bensì invece il lungo viaggio è servito per sentir dire le seguenti parole al premier Matteo Renzi: “Via l’Imu agricola a partire dal 2016”. Tie’.
Duecento erano i soci viterbesi della Coldiretti presenti di dentro ad Expo. Trentamila invece gli agricoltori di tutta Italia, sopraggiunti all’esposizione per il medesimo motivo. “Abbiamo invaso l’Expo – dice il direttore Coldiretti locale, Ermanno Mazzetti – è stata un’incredibile parentesi sindacale”.
Già. Perché, in fin dei conti, Coldiretti ha lavorato tosto, a lungo e silenziosamente, al fine di eliminare il folle balzello. “E con una sola conferenza, Renzi, che mai aveva partecipato ad un convegno di una forza sociale, ci ha dimostrato che le nostre fatiche son servite a qualcosa – prosegue il direttore, Mauro Pacifici – Vorrei inoltre sottolineare che tutti i nostri associati hanno operato in modo educato, organizzato, non invasivo. Cosa tutt’altro che scontata. Ne siamo profondamente fieri”.
L’Italia però insegna che la coperta è sempre troppo corta. Se tiri da una capo, rimane fuori l’altro. Come verranno compensati questi introiti mancati (per la cronaca, quasi 800milioni di euro)? “Se ne parlava proprio a Milano – prosegue Pacifici – qualcuno si rifaceva al prezzo del ‘barile’, diminuito più ai pozzi che nei distributori. Altri sostenevano che siano i residui dello spread. Magari invece si può sposare la tesi di una razionalizzazione amministrativa. Che sia la volta buona che la politica è riuscita a risparmiare?”.
E questa e la prima vittoria ottenuta dai “gialli”. Così epica, da aver quasi messo in ombra l’altra fondamentale novità. “Signori – chiude Pacifici – se ne va anche l’Irap. E questa credo sia una rivoluzione ancor più importante, poiché giocava sugli utili netti di fine anno”.