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Una vecchiaia serena? Sì, nell’agriospizio

Un'indagine Coldiretti segnala una netta preferenza da parte degli italiani

Per una vecchiaia serena, l'agriospizio è una soluzione gradita dagli italiani

Per una vecchiaia serena, l’agriospizio è una soluzione gradita dagli italiani

Lo chiamano “agriospizio” (che non è proprio il massimo: forse sarebbe stato meglio “agrivecchiaia”). Comunque, al di là delle disquisizioni semantiche, resta un dato di fatto: quasi sette italiani su dieci (per la precisione il 68%) esprimono gradimento verso luoghi dove poter trascorrere gli ultimi anni della propria vita a contatto con la campagna (l’agriospizio, appunto). Inoltre, più di tre italiani su quattro (il 78%) vorrebbero far frequentare ai propri figli una fattoria didattica a contatto con gli animali e le piante coltivate.

È quanto emerge da una indagine Coldiretti su dati Ipr marketing, divulgata in occasione del convegno “Agricoltura sociale e microcredito”, promosso all’Expo dal Ministero delle politiche agricole, con l’apertura della mostra dei prodotti di San Patrignano, la comunità che per prima – rileva la Coldiretti – “ha utilizzato l’agricoltura sociale quale importante strumento per il recupero e il reinserimento di persone affette da dipendenze”. “L’agricoltura sociale è la nuova frontiera delle campagne italiane dove – sottolinea ancora Coldiretti – sono impegnate già oggi oltre 1100 imprese agricole e cooperative, attorno alle quali gravitano decine di migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti”.

“Siamo assolutamente d’accordo – interviene il presidente di Coldiretti Viterbo Mauro Pacifici – con l’importanza che viene rinnovata per l’agricoltura sociale: lo scorso anno, tanto per citare un caso concreto, abbiamo agevolato l’apertura del punto di Campagna Amica aperto dal Ceis, Centro di solidarietà e comunità terapeutica San Crispino di Viterbo”.

“Lungo tutta la penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane – si legge ancora nello studio Coldiretti – stanno nascendo esperienze molto diversificate di agricoltura sociale, che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di soggetti con problemi di dipendenza, droga e alcool in particolare, all’agricoltura terapeutica (ortoterapia, ippoterapia), con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma anche il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate, minori a rischio, disoccupati di lunga durata, e l’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, orti per gli anziani”. “Una opportunità che finalmente – continua la confederazione – ha trovato il sostegno di una legge nazionale sull’agricoltura sociale, che entra in vigore il 23 settembre e che definisce una cornice comune, da valorizzare e promuovere anche nei nuovi PSR che accompagneranno lo sviluppo delle aree rurali fino al 2020. Un provvedimento, che, come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato per la giornata dell’Agricoltura promossa dalla Coldiretti ad Expo, è importante soprattutto per tutti quei giovani imprenditori e cooperatori sociali che, attraverso l’attività agricola, aiutano le persone svantaggiate e in difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, offrendo loro sostegno e opportunità concrete di riabilitazione, nell’ambito di un progetto di solidarietà e inclusione sociale'”.

In campagna e a contatto con la natura: ecco l'agriospizio

In campagna e a contatto con la natura: ecco l’agriospizio

“E’ nato un nuovo modello di welfare che vede l’agricoltura protagonista con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona – afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo – Si tratta di una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’e’ solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività, fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. L’agricoltura sociale e’ la punta più avanzata della multifunzionalità che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini e conciliare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale e sociale”.

“Ci impegneremo su questa linea – conclude il direttore di Coldiretti Viterbo Ermanno Mazzetti – perché è il futuro di gran parte dell’agricoltura nel mondo”.

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