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Tutte le volte che Filippo Rossi (non) si è dimesso

Dalla Preistoria alla Nazionale italiana: cronaca di un gesto annunciato

Filippo Rossi

Filippo Rossi

Aveva annunciato che si sarebbe dimesso da consigliere comunale, generando diffuse preoccupazioni sia a livello internazionale, sia tra le file delle sue fans. Poi, dopo un colloquio chiarificatore col sindaco Michelini, fortunatamente – e sottolineiamo fortunatamente – Filippo Rossi ci ha ripensato. E per il momento resterà ancora al suo posto, in sala d’Ercole, a rappresentare Viva Viterbo. Ciononostante, non è la prima volta che Rossi si rende protagonista di episodi del genere: Viterbopost è in grado di ricostruire, con sufficiente certezza, alcuni dei più clamorosi.

13 ottobre 50000 a. c. Attraverso un quotidiano dell’epoca (“Tusciaroccia”, giornale composto da quindici lastre di granito per un peso di 35 chilogrammi, comodamente sfogliabili ogni giorno in tutte le caverne) Rossi lancia l’allarme: “Se non ci muoviamo, noi uomini di Neandertal verremo spazzati via da questo nuovo homo sapiens. Dobbiamo iniziare a usare la clava, meglio se dalla parte del manico”. Unanime la reazione degli altri membri della tribù: “Yabadabadoo, Filippo, c’hai ragione tu”.

Filippo Rossi

Filippo Rossi

15 marzo 44 a. c. L’omicidio di Caio Giulio Cesare scuote la città: “L’ennesimo episodio di violenza, coltellate alla schiena che dimostrano il clima che si respira – è la memorabile arringa del senatore Philippus Rubrus in aula – Come si combatte la violenza? Semplice: con più cultura. Più circenses e meno panem, cari colleghi, questa è la mia proposta, altrimenti mi dimetto”. Dai banchi dell’opposizione, qualcuno mormora: “Il solito discorso pro domo sua. C’è conflitto d’interesse”.

26 marzo 33 d.c. In una cena tra amici, nei pressi di Gerusalemme, Filippo Rossi seduto al centro della tavola, ammonisce: “Mai mangiare insieme in tredici, porta male. Ma prima che il gallo canti tre volte, e che qualcuno di voi mi tradirà, io mi dimetterò”.

Phil Armstrong sul modulo spaziale che lo ha condotto sulla luna

Phil Armstrong sul modulo spaziale che lo ha condotto sulla luna

3 luglio 1583 Arrivano in Europa i primi frutti di una pianta africana che danno energia e vigore, il caffè. Messer Filippo Rossi annuncia all’assemblea municipale le sue intenzioni: “Credo che potrei dimettermi dalla res publica et dedicarmi alla coltivazione et alla diffusione di codesta pianta”.

21 settembre 1792 Philippe Rouge De Robespierre, membro del comitato di Salute pubblica di Francia, chiede la condanna a morte per re Luigi XVI: “Se non cominciamo a fare qualcosa, la Rivoluzione è finita e la monarchia di centrodestra potrebbe riconquistare il potere. Se non ci diamo un taglio, un taglio netto, mi dimetto”.

19 luglio 1862 A Marsala, il generale Filippo Rossi, già eroe dei due mondi, sprona le sue camicie rosse (conosciuti anche come “i filippini”) a risalire l’Italia e unirla sotto un’unica bandiera: “O Roma, o morte. O mi dimetto”.

Galeazzo Rossi all'uscita del gran consiglio

Galeazzo Rossi all’uscita del gran consiglio

24 luglio 1943 Durante la notte sul 25, clamoroso colpo di scena nel gran consiglio del fascismo: Galeazzo Rossi vota l’ordine del giorno Grandi. “Se non cambiamo passo, saremo travolti. Duce, meglio che vi dimettiate voi piuttosto che mi dimetta io”.

20 luglio 1969 L’astronauta Phil Armstrong, detto Reds, mette per primo piede sulla luna: “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità. Se mi fossi dimesso oggi non sarei qui, a verificare di persona dove piazzare i palchi per la prima edizione satellite di Caffeina. Ma forse è meglio farla a Pienza”.

12 giugno 1987 A Berlino, Porta di Brandeburgo, un Filippo Rossi in visita ufficiale lancia un messaggio al di là della Cortina di ferro: “Mister Gorbaciov, tiri giù questo Muro”. Secca la replica di Mosca: “La solita propaganda occidentale. Avete pure buttato fuori Sel dalla giunta e ancora parlate?”

12 luglio 2006 Tre giorni dopo la vittoria sulla Francia e la conquista della Coppa del mondo, annuncio shock del commissario tecnico della Nazionale italiana, Filippo Lippi (da non confondere con l’omonimo pittore): “Il mio ruolo alla guida degli azzurri si è esaurito. A conclusione di una straordinaria esperienza professionale ed umana, vissuta alla guida di un eccezionale gruppo di calciatori e con la collaborazione di uno staff di prima qualità, ritengo esaurito il mio ruolo alla guida della Nazionale italiana. E le mie dimissioni sono irrevocabili”.

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