La Tuscia guarda con sempre maggiore attenzione ai mercati esteri. I numeri sono lì a sancire una performance di tutto rispetto che si concretizza in un aumento generale delle esportazioni della provincia di Viterbo pari al 16,4%, maggiore sia della media regionale (+14,4%) che di quella nazionale (+5%). Ed è dato significativo poiché si riferisce al primo semestre 2015 (quindi, un arco di tempo abbastanza ampio) in riferimento allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il maggiore “responsabile” di questo boom è il comparto agroalimentare, che comprende sia i prodotti agricoli che i prodotti dell’industria alimentare, con un +58,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo complessivamente quota 39,2% sul totale delle merci esportate dalla Tuscia. Nel dettaglio, va rilevato che le esportazioni del solo settore agricolo sono cresciute del 43,9%, mentre quelle della lavorazione alimentare del 79,4%. Il dato estremamente positivo è anche rafforzato dal fatto che il valore cresce più delle quantità. Il che significa che la Tuscia sta dando anche maggiore valore aggiunto alle produzioni.
Il settore manifatturiero nel suo insieme registra un aumento dell’8,5%, e all’interno di questo, oltre alla buona performance dell’industria alimentare, vale la pena citare la lavorazione tessile e abbigliamento che è cresciuta del 21,6% rispetto al primo semestre 2014 e che ha raggiunto un peso economico sul totale dell’export pari al 15,6%. In aumento, rispetto al primo semestre 2014, anche le esportazioni nel settore dei prodotti chimici (+37,5%), degli apparecchi elettrici (+15,9%) e dei prodotti di altre attività manifatturiere. In calo, invece, le esportazioni degli articoli della lavorazione dei minerali non metalliferi (composto quasi esclusivamente dalla lavorazione ceramica), il cui export scende del-7,5%, con la quota di export complessiva che si attesta al 26,4%. Flessione anche per mezzi di trasporto (-36,3%), computer e apparecchi elettronici (-65,6%), prodotti del legno (-9,4%) e prodotti a base di metallo (-11,3%). Con lo stesso trend anche i prodotti estrattivi che hanno registrato un calo del 23,7% nel periodo considerato. Continuano anche le difficoltà del settore arredo casa. Praticamente i settori legati all’edilizia ancora soffrono pur evidenziando, in maniera discontinua, qualche segnale di positività sui mercati esteri.
“La conferma del trend positivo delle esportazioni della Tuscia – commenta Domenico Merlani, presidente della Camera di Commercio di Viterbo – è molto confortante per la nostra economia non solo perché alimenta il sistema produttivo locale, ma perché incoraggia gli stessi imprenditori a intraprendere e consolidare i mercati presenti oltre i confini nazionali. Anche laddove il dato appare negativo è comunque migliore rispetto al mercato interno dove i consumi stentano ancora a riprendere. Il riferimento è per lo più al settore casa, dove tra l’altro come Camera di Commercio siamo i promotori di importanti partecipazioni nelle fiere internazionali nei Paesi emergenti dell’Est europeo. Per questi motivi voglio fare un plauso ai nostri imprenditori che oggi raccolgono i risultati di scelte lungimiranti, portate avanti con coraggio e determinazione consapevoli della qualità e della unicità dei loro prodotti”.
Dal punto di vista dei Paesi di destinazione delle nostre merci l’Europa si conferma il principale mercato di riferimento, anche se non mancano aperture verso altri continenti. Nel Vecchio Continente l’export è cresciuto del 24,5% nel periodo considerato. Nel dettaglio, si nota una buona performance degli scambi con i paesi che si configurano come mercati strategici per l’export della Tuscia: Germania (+38,1%), Francia (+35,4%), Svizzera (+29,9%). Al contrario, negativo l‘export verso la Spagna (-21,2%). Rimangono segnali positivi dell’export anche nei paesi dell’Est europeo, in particolare Estonia (+40,4%), Romania (+74%), Russia (+55,1%). Quest’ultimo, per quanto riguarda la Tuscia, non sembra risentire molto delle conseguenze dell’embargo e delle relative ritorsioni.
Buone le esportazioni verso l’America settentrionale (+6,9%), in particolare negli Stati Uniti (+ 8,9%), mentre in Canada le esportazioni evidenziano un segno negativo -5,8%. Scendendo all’America del Sud unica evidenza il Brasile con valori praticamente raddoppiati (+99,8%).
Le esportazioni verso l’Asia che segnano una diminuzione dello 0,6%, anche se nel dettaglio le esportazioni sul mercato cinese sono in ripresa con un + 26,4%. Mostrano una contrazione invece le esportazioni in Medio oriente, Arabia Saudita (-44,7%), Kuwait (-37,2%) e Giordania (-52,9%).