Dalle RSA CISAL di Talete riceviamo e pubblichiamo:
“Il 14 settembre 2015 il presidente dimissionario della Talete spa Stefano Bonori dichiara, come riportato dalla stampa, di aver fatto chiarezza nei conti della Talete, presentando un progetto di bilancio relativo all’anno 2014, progetto di bilancio approvato a maggioranza dal Cda, con una perdita di oltre 4 milioni di euro, cosa che porta automaticamente alla liquidazione della società.
Il giorno 26 agosto 2015 13 sindaci di centrosinistra soci di Talete, tra cui Mauro Mazzola, sindaco di Tarquinia e attuale presidente della Provincia e quindi dell’Ato, in un comunicato congiunto dichiarano che esistono i margini per recuperare e ricostruire un documento di esercizio (un bilancio) che scongiuri la messa in liquidazione della Talete garantendo la continuità aziendale, la salvaguardia del servizio, dei livelli occupazionali e la tutela del tessuto imprenditoriale locale che ha rapporti con la spa.
Sempre il giorno 26 agosto importanti esponenti del centrodestra viterbese, tra cui l’ex vicesindaco di Viterbo Giovanni Arena, stigmatizzano il colpevole comportamento del Cda della Talete che non ha condiviso con i soci i risultati della due diligence in base alla quale è stato redatto il progetto di bilancio 2014, progetto di bilancio che non ha ricevuto il parere positivo nemmeno da parte del Collegio Sindacale che è l’organo di revisione contabile dalla Talete. Le critiche formulate dal Collegio Sindacale evidenziano una operazione contabile che, di fatto, comporta un ingiusto profitto per i comuni di Viterbo e di Civita Castellana, creando un grave danno alla Talete pari ad oltre 2 milioni di euro. Anche la contestazione formulata dall’organo di revisione sulla variazione dei criteri di capitalizzazione delle manutenzioni fa sorgere, sempre a parere di importanti rappresentanti del centrodestra viterbese, più di un dubbio sulla correttezza dell’operato dell’organo di amministrazione.
Ora chi sono i bugiardi?
Gli esponenti politici? I sindaci soci? Il presidente dell’Ato? Il membro del CDA che non ha votato il bilancio? I soci che dichiarano che Talete può avere un futuro? Oppure il presidente dimissionario e l’altro membro del Cda, secondo i quali la Talete è decotta?
Noi lavoratori, che viviamo il quotidiano del servizio idrico con tutte le problematiche annesse, dubitiamo che la strada intrapresa dal CDA sia quella giusta, siamo convinti che è l’unica che certamente mette a repentaglio l’Azienda,e con essa il lavoro, l’indotto economico e soprattutto il servizio idrico pubblico”.