“Sta finendo il terzo quadrimestre e ci sono due segnali importanti”. L’esordio di David Delli Iaconi, direttore di Unindustria Viterbo, fa drizzare subito le antenne del cronista. Inevitabile approfondire. “Premessa: sto parlando di dati nazionali, che però hanno un’inevitabile ricaduta anche sul nostro territorio”. La curiosità cresce: allora, direttore? “Nei mesi di luglio e agosto, è cresciuta la produzione industriale e il ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende è diminuito del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. Manca settembre… “Lo so, ma se questo è il trend, non si può che essere contenti: non siamo ancora totalmente fuori dalla crisi, ci vorrà ancora molto tempo per riassorbire tutte le negatività accumulate in anni complicatissimi, ma la ripresa comincia a consolidarsi. Non è un aspetto da sottovalutare, tutt’altro…”.
Ma ci sono altre cosucce che vanno ad inserirsi in un quadro che i meteorologi definirebbero di “tendenza al sereno”. “Colgo – aggiunge Delli Iaconi – una sensazione di ottimismo. Gli umori degli imprenditori sono cambiati rispetto soltanto a qualche mese fa. L’orizzonte non è più percepito come nero e basta: si guarda invece con più fiducia al futuro. E questo significa maggiore produzione e non solo”. Magari anche qualche assunzione in più che non farebbe affatto male. “Se i segnali cui accennavo in precedenza si consolidano e dunque la ripresa si fortifica, la conseguenza saranno inevitabilmente nuove assunzioni. Gli imprenditori, prima di incamminarsi su questa strada, hanno bisogno di certezze, di ordini, di lavoro in più”.
Un aspetto direttamente connesso a questo ragionamento riguarda l’introduzione del Jobs Act. “Confindustria ha fortemente spinto per introdurre nel mercato del lavoro novità interessanti e per rimodulare, non cancellare, l’articolo 18. Quindi l’introduzione di queste norme è un altro fatto assolutamente positivo. Il contratto di lavoro a tutele crescenti e l’esenzione dal pagamento dei contributi per tre anni sono aspetti fondamentali nello snellimento delle procedure e nella creazione di nuovi posti di lavoro. Le ricadute positive si vedranno gradualmente nel tempo, intanto nei primi mesi di applicazione delle nuove normative si è registrata una positiva tendenza alla trasformazione di assunzioni per così dire precarie (nel senso più ampio del termine) in contratti stabili. E questo significa semplicemente che i diretti interessati hanno maggiori certezze, possono programmare il futuro, chiedere il mutuo per la casa, spendere di più. E tutto questo fa girare l’economia, è evidente”.
Restano però diverse criticità, in ottica Unindustria. Delli Iaconi le indica con sicurezza: “Burocrazia, costo del lavoro, infrastrutture. Tre temi sui quali urgono interventi seri”. Renzi ha annunciato un intervento forte nel 2016… “Spero che non si tratti di un colpo di sole agostano. In effetti, una rimodulazione delle tassazione per le imprese e i cittadini sarebbe una spinta decisiva per uscire definitivamente fuori dal tunnel. Il calo di Irap e Irpef è necessario, prima che auspicabile”. E la Tuscia, direttore? “Per il nostro territorio, valgono i medesimi discorsi ma con un’aggiunta che riguarda le infrastrutture. Il collegamento veloce fra Orte e Civitavecchia è una priorità assoluta. Adesso sono stati finanziati altri 4 chilometri: un piccolo passo avanti, ma non basta. Se si pensa che nei prossimi anni per il porto di Civitavecchia sono previsti investimenti per miliardi di euro, si può facilmente comprendere l’importanza di agganciarsi anche fisicamente ad una realtà che dista poco più 60 chilometri da Viterbo. Pensare che bisogna ancora attraversare una cittadina come Monte Romano e anche un arco per arrivare al mare, non fa certamente bene all’economia e agli investimenti”.
Ma il territorio può guardare al futuro con più ottimismo? “Il nostro tipo di economia è frammentato. A parte le eccellenze di Civita Castellana (dove peraltro sono stati bravissimi a guardare ai mercati esteri) e qualche altra azienda di nicchia, il manifatturiero non fa parte del nostro dna. Nella Tuscia funziona il settore dei servizi, l’agroalimentare e il turismo (settore quest’ultimo al quale è direttamente collegata la cultura). Viterbo è una città attrattiva e intorno ci sono location che ci invidiano tutti, a cominciare da Civita di Bagnoregio. Se riusciamo a mettere a regime le tante iniziative di qualità che già esistono, il comparto è destinato a crescere. Tanto e bene”.
Direttore Delli Iaconi, usi un’ipotetica bacchetta magica per risolvere un problema, tra quelli che ha elencato. Ci pensa un po’ e poi piazza la botta: “Le tasse. Subito un taglio consistente e l’economia riparte di colpo”.