Familiari degli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali, e pazienti stessi sull’orlo della disperazione. Non c’è giorno che passi senza che le cronache locali non riportino casi limite di una situazione sempre più grave. A monte, diverse concause: dalla delibera della presidenza del Consiglio (governo Letta) per la rimodulazione dell’Isee, cioè del calcolo dei redditi per le fasce più deboli, al taglio pesantissimo dei contributi che la Regione versava ai singoli comuni del Lazio, fino alla delibera dell’amministrazione comunale di Viterbo (reggente dell’assessorato ai Servizi sociali era allora il sindaco Michelini, siamo alla fine dello scorso aprile) che per supplire alla mancanza dei fondi regionali “allargava” la forbice dei pazienti obbligati a pagare la retta, tagliando di conseguenza il contributo pubblico su cui avevano potuto fare affidamento fino ad allora. Passano i mesi, e le conseguenze sulla pelle degli ospiti delle Rsa e sui loro famigliari si fanno drammaticamente insopportabili. E forse bisognerebbe anche chiedersi cosa ci stanno a fare alla Pisana i consiglieri regionali espressi dalla Tuscia, specie quelli di maggioranza…
“In effetti i casi di viterbesi che scontano gli effetti distruttivi, e per molti illegittimi, della delibera svuota Rsa varata dalla Giunta, sono in aumento – sottolinea la consigliera comunale di Forza Italia Antonella Sberna – Un’azione che si traduce in un attacco frontale, e letale, all’assistenza sociale e che testimonia una completa mancanza di empatia verso i cittadini in difficoltà. Una preoccupante incapacità di prendere coscienza della vita reale, dei problemi concreti della gente”.
Di qui, e per l’ennesima volta, la richiesta a Palazzo di priori di trovare una soluzione: “Auspico che il Comune voglia rivedere la propria posizione – dice Sberna – Sarebbe un segnale di sensibilità e responsabilità verso la comunità. Da compiere prima di essere obbligati da una sentenza del giudice amministrativo”. Già, perché in ballo ci sono i ricorsi al Tar di carattere regionale e soprattutto quello dell’Aforsat – l’associazione famigliari degli ospiti delle Rsa – direttamente alla presidenza della Repubblica.
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