Il mal Rossi non è un oceano tropicale, paradiso per i subacquei, ma uno stato dell’anima. Perché il Rossi in questione è Filippo, consigliere comunale – ma in realtà molto, molto di più – di Viva Viterbo. Il quale ha ventilato le dimissioni appena l’altro giorno, dalle colonne de Il Messaggero. I motivi? L’immobilismo dell’amministrazione comunale, quell’amministrazione che la lista di Rossi ha appoggiato prima nel ballottaggio, e poi nell’attività di Governo. Una posizione che lo stesso giornalista e fondatore di Caffeina ha sottolineato più volte, sia quand’era presidente del consiglio comunale (con una dichiarazione estemporanea che a qualcuno fece venire in mente le celebri “gabbianellate”), sia più di recente, per esempio al momento delle dichiarazioni di voto sul bilancio.
Insomma, l’uscita ad effetto fa parte del repertorio di Filippo, oltre che del suo carattere. “E’ un continuo rilanciare, anche quando non ce ne sarebbe bisogno”, lo dipinge chi lo conosce bene. E c’è da aggiungere che i temi sollevati da Rossi – la cultura, i preparativi per il Giubileo – hanno pure solide fondamenta.
Il sindaco Michelini sembra essere convinto di aver capito come va preso il suo alleato, e la vede in modo serafico: “Se Filippo se ne andrà ce ne faremo una ragione”. La vita va avanti, insomma, così come l’amministrazione. E qualora dovesse entrare il primo dei non eletti – il geologo Claudio Margottini – ci si potrebbe pure guadagnare, in qualità (ma non in genialità e sregolatezza).
Ma Rossi se ne andrà davvero? Ci può stare, proprio per la particolarità del personaggio. Ma è molto più probabile che alla fine resti al suo posto, su quel banco che – presenze alla mano – ha frequentato davvero poco negli ultimi mesi. Rimane il problema dell’immobilismo, che in queste ultime settimane è comunque una preoccupazione reale per Michelini e i suoi. Per cambiare marcia, ora, si punta tutto sull’imminente rimescolamento dei dirigenti, nella speranza che qualche cambio strategico contribuisca a snellire procedure & progetti. Qualche mossa è già arrivata, su temi importanti – e veri e propri perni del programma di Michelini quando era un semplice candidato sindaco – come il termalismo, visto che è partita l’ordinanza per chiudere i pozzi abusivi, o la cultura. Con la trasformazione dei portici di Palazzo dei priori a polo culturale e vetrina per le eccellenze del territorio. Una trasformazione annunciata da due anni e che ora non può più attendere. Rossi o non Rossi.