C’era una volta la razza Piave. Dall’omonimo Fiume e dalle persone che su quelle rive combatterono per il futuro d’Italia, ma poi anche una particolare specie di calciatori che da quelle parti hanno avuto i natali (il termine riadattato, geniale, fu neanche a dirlo di Gianni Brera). Da noi, più modestamente, si profila una razza Maremma, definizione scientifica fino a ieri utile per catalogare i bovini (la maremmana è una specie prelibata, e robusta) ma che oggi s’addice perfettamente anche agli esseri umani. Specie a quelli forniti di talento; nati, ovviamente, in quel fazzoletto di terra generosa delimitato dal Fiora a nord e dal Mignone a sud.
Semmai fosse servita una conferma a questa teoria di genetica aglio e oglio, ecco che è arrivata l’altro giorno. Da dove? Ma da Jesolo, profondo nord est, proprio a due passi da quel Piave di cui sopra. Il luogo, cioè, in cui Alice Sabatini è stata eletta Miss Italia per l’anno del signore 2015.
Ora, si dà il caso che Alice sia figlia (seppur adottiva: è nata ad Orbetello) di Montalto di Castro, Maremma piena. E che grazie al sostegno morale, del tifo, del maxischermo in piazza, e del contributo attivo, col televoto, della sua terra, sia riuscita a stracciare la concorrenza veneta (aridaje) e campana e ad aggiudicarsi la corona e la fascia più ambita dalle pischelle, dalle tose, dalle guaglione del Belpaese. E che di conseguenza, dalla notte di lunedì, sia diventata popolarissima: un mito per tante ragazze italiane, un argomento di discussione (anche critica) sui social network, un modello per tante bimbette che sognano la passerella, i riflettori, gli abiti, e il mondo dello show-businness. E Alice Sabatini, al di là di ogni polemica pretestuosa e becera (ci stanno anche queste: benvenuta nel tritacarne mediatico) rappresenterà la bellezza italiana sul territorio nazionale e su quello internazionale per i prossimi dodici mesi.
Se Montalto esulta, però, la cugina Tarquinia non rosica, anzi. L’antica Corneto, semmai, ha già sperimentato – e ne ha goduto – i riflessi di popolarità nell’ultimo anno e mezzo, o giù di lì. Grazie ad altri giovani scatenati, quei Dear Jack che dopo aver partecipato ad un altro concorso, il talent show Amici – hanno spiccato il volo verso un altro settore del paradiso della notorietà, quello della musica. Al festival di Sanremo, lo scorso febbraio, la boy band di cui fanno parte due tarquiniesi doc (il front man Alessio Bernabei e Francesco, infatti, sono tarquiniesi doc) ha conquistato un onorevolissimo settimo post. Il successo tra le ragazzine, invece, era già arrivato da un pezzo, e oggi i Dear Jack sono tra i personaggi più popolari del panorama musicale italiano.
Come se non bastasse, Tarquinia non esaurisce con loro la dote di meglio gioventù. Nello sport, per esempio, ci sono due stelle di prima grandezza come Luca Mencarini, nuotatore visto agli ultimi mondiali ed europei, mentre nel tiro con l’arco spopola da anni la (ancora) giovanissima Anastasia Anastasio.
E insomma, ecco che con Alice si può parlare di una nuova età dell’oro per la Maremma laziale, questa terra che già nell’antichità era il cuore di un popolo (quello etrusco) e che dopo le bonifiche del primo Novecento, le colonie agricole del dopoguerra, l’industrializzazione a volte forzata dei decenni passati (vedi Centrale di Montalto), si trova ancora una volta ad affrontare grandi cambiamenti. Con l’autostrada Tirrenica, certo, il patrimonio artistico e culturale (necropoli tarquiniese, Vulci) dal valore inestimabile e sempre più ammirato dai croceristi che sbracano nella vicina Civitavecchia, ma anche con i suoi figli più talentuosi lanciati alla conquista dell’Italia. Alice, i Dear Jack, Mencarini e Anastasia. Degni eredi dei fenomeni che furono, dagli artisti Vincenzo Cardarelli (Tarquinia) e Lea Padovani (Montalto), al manager Fabiano Fabiani (Tarquinia) fino ad un altro musicista, l’Alberto Rocchetti (Montalto) che lavora con Vasco Rossi da una vita, fino allo sfortunato pugile Angelo Jacopucci (Tarquinia). La Maremma che comanda, la Maremma che ruggisce, la Maremma che piace. Nel caso di Alice, piace un sacco.