Immaginatevi la scena. Mattinata afosa di metà settembre. Folla delle grandi occasioni. Ospiti di riguardo. Moderatore impeccabile. Un’ora e mezza di parole bellissime, anche se sempre le solite. E alla fine, niente. Non una data, non una certezza: il completamento della Trasversale, della Orte-Civitavecchia, resta nell’iperuranio delle idee, o nel magazzino delle buone intenzioni. Da dove, se è vero che “il problema dell’Italia è la logistica”, sarà difficile tirarlo fuori.
E pensare che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Sua Eccellenza Graziano Delrio, se l’era anche fatta, la Trasversale. Con la macchina di servizio e autista, certo, su dall’Aurelia (oggi autostrada Tirrenica) fino a Monte Romano e poi Cinelli, nel traffico del giorno feriale, e poi le quattro corsie, quel mozzico di strada che l’ha portato qui. A Mission impossible, l’evento dell’Unione comunale del Partito Democratico che da giovedì e fino ad oggi riempie (letteralmente) le sale dell’hotel Salus. Va bene il conoscere per giudicare, ma al momento di promettere il ministro è poco renziano: “Non posso dare date, ho ragione di credere che per il 2018 si possa avere il progetto definitivo – ha concluso Delrio prima di scappare a Roma per il consiglio dei ministri – Ma in questi due anni dobbiamo correre tutt’insieme”. Correre tutt’insieme. Un bell’esempio di story-telling, ma per fare una strada forse servirebbe qualcosa in più. Comunque, grazie ed arrivederci.
L’impressione è che il ministro non avrebbe neanche buttato là quella data, se solo non fosse stato sollecitato prima dal consigliere regionale Enrico Panunzi (“Noi dobbiamo avere concretezza e certezza dei tempi, che devono essere rispettati”, ha detto con la sua efficacia tutta cimina) e poi via via da Merlani (Camera di commercio) e Monti (Autorità portuale di Civitavecchia) nonché dal moderatore Ceccarelli (Corriere di Viterbo). Senza dimenticare i sindaci: Michelini e Di Girolamo da Terni, città che ha bisogno come il pane della strada per le sue acciaierie.
Già, perché nel primo intervento Delrio era stato vago anzicheno: “E’ un’opera che consideriamo strategica, e non solo noi, ma anche l’Europa. Purtroppo in passato la Trasversale ha subito la stessa sorte di quelle infrastrutture rimaste intruppate nella legge obiettivo, progetti di cui si erano perse le tracce, o peggio erano state bloccate da inchieste e ricorsi. Noi abbiamo un approccio diverso, da ex sindaci (il riferimento è anche al premier Renzi, ndr), di carattere amministrativo. Il tratto da Cinelli a Monte Romano est è cosa fatta, superati insieme all’Anas gli intoppi dei ricorsi: 6.4 chilometri per i quali i lavori dovrebbero partire già dalla fine di ottobre. Per il secondo e ultimo tratto, c’era il problema dei costi del progetto, 750 milioni di euro, che sono troppi e che sono stati ridotti a 450. Siamo pronti a finanziarlo, ma attualmente non ha finanziamento”. Bene, cioè male.
Mentre si vedono in giro facce deluse, scatta la riflessione. Siamo così tremendamente provinciali, tribali, da esserci illusi che il ministro potesse dare certezze definitive sulla conclusione di un’opera che sta lì, mozzata, da quarant’anni? Chi siamo noi per pretendere tutto ciò? Oppure è Delrio così furbo e sornione da venire qui e a portarci a spasso tra considerazioni ovvie (la strategicità dell’opera, l’Italia di mezzo, il porto di Civitavecchia, l’interporto di Orte) e pillole, anzi supposte, di nuova politica renziana tipo “è finita l’era dello Stato bancomat”? Forse tutt’e due. O magari semplicemente un ministro della Repubblica non può e basta. E viene pure da sorridere di compassione quando sale sul palco il presidente della Provincia Mauro Mazzola, uno che ci crede, uno che si accalora e che arringa la folla sulle modifiche al tracciato, per risparmiare tempo e soldi: il ministro dice che è disposto a parlarne, e pure questo puzza di melina.
E si ritorna all’inizio, quando il padrone di casa, quel Giuseppe Fioroni che ha voluto questa Leopeppa, ricorda la sua beata gioventù: “Avevo 24 anni, ero stato appena eletto consigliere comunale, e proprio qui facemmo un appuntamento per festeggiare il finanziamento della Trasversale…” Oggi siamo ancora qui, in attesa del 2018, e poi chissà di quale altro anno, di quale altra promessa.