“Cassa integrazione e assegno di disoccupazione, due diritti che l’Inps di Viterbo non garantisce. Infatti molti lavoratori non li hanno ancora ricevuti. Due diritti perennemente in ritardo. Perché? Perché l’Inps di Viterbo è sotto organico. Queste le parole che decine di lavoratori si sentono ripetere ogni giorno dagli uffici di Via Matteotti. E intanto le loro famiglie rischiano di non arrivare a fine mese”. Elvira Fatiganti, segretario generale della Uil Tucs di Viterbo, prende carta e penna per denunciare una situazione ormai cronica che penalizza decine di cittadini. “Per farsi pagare l’assegno di disoccupazione e la cassa integrazione, a Viterbo – prosegue la Fatiganti – bisogna fare file ogni giorno per avere notizia se sono stati messi in pagamento o meno. E, per molti lavoratori, la risposta è ancora: ‘No, non sono stati messi in pagamento’. Che cosa si aspetta prima di rendere tale un diritto? Si aspetta forse che Santa Rosa faccia il miracolo da Piazza del Teatro o che tutto venga rimandato a dopo, come si dice a Viterbo?”
“Oppure – sottolinea ancora l’esponente sindacale – è fondamentale che, chi di dovere, permetta ai lavoratori quanto meno di pagare l’affitto di casa senza dover stare sempre a sollecitare? È uno strazio, uno stress quotidiano. Le sollecitazioni, da parte del sindacato, sono costanti. Con i propri uffici tutti i giorni impegnati a cercare di fare in modo che il problema sia risolto e i propri diritti garantiti”.
“Rivolgo infine un appello al direttore dell’Inps – conclude Elvira Fatiganti – affinché Cassa integrazione e assegni di disoccupazione siano pagati con regolarità alle scadenze previste senza, ogni volta, dover fare solleciti e senza che tutte le volte le famiglie debbano stare così in ansia per una cosa che dovrebbe essere automatica. Non garantire un diritto come sta accadendo a Viterbo, che è anche diritto alla sopravvivenza, è una grave responsabilità”.
Sempre sul fronte sindacale, sul piede di guerra dipendenti del Consorzio TSPA di Tuscania. Con una nota inviata da Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl, al presidente del Consorzio stesso, al prefetto e ai sindaci di Tuscania, Arlena di Castro, Piansano e Tessennano, viene comunicato che “a partire 12 settembre il personale del Consorzio TSPA occuperà in modo permanente la Sede Comunale di Tuscania”.
Alla base della protesta la situazione economica del Consorzio. Nel corso di un’assemblea di qualche giorno fa, i lavoratori e le organizzazioni sindacali avevano sottolineato come, a distanza di un mese dalla proclamazione dello stato di agitazione, non si erano ancora registrate novità. “Il Comune di Tuscania, che detiene il 97% delle quote partecipative del Consorzio – sottolineano Cinzia Vincenti (Cgil), Renato Trapè (Cisl) e Lucio Corbucci (Uil) – pur avendo regolarmente fruito dei servizi (mensa, servizi sociali, scuolabus, teatro e biblioteca), non ha ancora liquidato alcunché del proprio debito (oltre 400mila euro) relativo al saldo consuntivo 2013 e 2014 oltre all’anticipazione del 2015. A tutt’oggi non si conoscono le ragioni di questo vergognoso ritardo e si continua a rimpallare la responsabilità tra il sindaco e la segretaria sull’esistenza di un fantomatico problema tecnico che non è dato sapere”. E ancora: “Il perdurare di questa situazione sta di fatto bloccando il regolare svolgimento di alcuni servizi importanti, soprattutto per i cittadini più bisognosi, in particolare la mensa per la mancanza di elementi fondamentali (olio, pesce, ecc.) che le ditte creditrici non forniscono più. Inoltre anche il mezzo per il trasporto dei pasti a domicilio è privo di carburante;. Infine non è più tollerabile che non venga erogato lo stipendio al personale dipendente con gravissimo nocumento per i lavoratori e per le loro famiglie”.
I sindacati aggiungono anche che “ogni utile tentativo, esperito sia per le vie brevi che formalmente, per chiarire e risolvere questa grave ed incresciosa vicenda è risultato vano, né rappresentanti del Consorzio né del Comune hanno dato risposte o soluzioni, l’assemblea ha dato mandato di organizzare tutte le necessarie iniziative di mobilitazione e di protesta”. “Qualora la situazione – è la dura conclusione – non dovesse sbloccarsi, la protesta continuerà con ulteriori azioni, previa preventiva informazione nel rispetto delle regole vigenti”.