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Bolsena ombelico della permacultura

Il racconto di un festival "diverso" che ha riscosso un successo incredibile

Un laboratorio per bambini

Un laboratorio per bambini

C’è chi giurerebbe, in fin dei conti, che nella vita è tutta una questione di prospettive. Di come si guardano le cose. Determinanti sono i dettagli, ecco.
Così, tanto per calcare un argomento che risulta estremamente attuale, da un lato ci sta Milano. Col suo Expo. Sponsorizzato da Mc Donald & Nestlé, e promotore della grande distribuzione. Dall’altro invece ecco Bolsena. Un buco di paese ubicato su un pinzo dell’omonimo lago, dove negli ultimi quattro giorni della scorsa settimana si è tenuto il secondo festival nazionale di permacultura.
Ora, tralasciando le dinamiche longobarde (che hanno fortunatamente poco a che vedere con Viterbopost), occorre partire da una piccola spiegazione. Cos’è la permacultura? Semplice. La permacultura è un movimento di pensiero nato in Australia negli anni ’70, che insegna come sia facile vivere in modo ecosostenibile. Tale disciplina, ormai presente in tutto il mondo, ha modificato la visione ecologica classica. Rivoluzionando l’approccio alla progettazione. Proponendo l’individuo al centro della sostenibilità.

E uno per adulti

E uno per adulti

Inutile negarlo. Le due manifestazioni trattano il medesimo argomento. Ma, come si diceva in apertura, da prospettive diametralmente opposte.
E torniamo a Bolsena. Di cosa si è parlato in questo lungo weekend? “Costruire una casa – spiegano gli organizzatori – farsi un orto, essere coscienti del paesaggio dove si vive. Tessendo interscambi sinergici”. Nulla di più incredibilmente contemporaneo. Anche se, stando agli ultimi 40-50 anni di agricoltura, certi concetti paiono tanto lontani quanto impossibili da ripercorrere.

“Una cultura non può sopravvivere a lungo senza una base agricola sostenibile ed un’etica dell’uso della terra”, dice Bill Mollison. E quindi perché continuare a spendere cinque energie per produrne una? Per quale motivo, nonostante determinati comportamenti siano chiaramente risultati sbagliati e improduttivi, si persevera la strada sbagliata?

Il pubblico numerosissimo in una delle tante conferenze

Il pubblico numerosissimo in una delle tante conferenze

Ci sono voluti 19 workshop, 6 conferenze, 8 incontri, svariati dibattiti e proiezioni, per tentare di lavorare sulle menti degli appassionati. Sopraggiunto da ogni angolo dello Stivale. Decisi più che mai a rivoluzionare (o riabbracciare con maggiore consapevolezza) quelle buone azioni che un tempo davano frutti importanti pur non devastando il pianeta.
Il risultato, che per logica cambierà solo le teste di pochi, ma se è vero che le rivoluzioni partono dal basso è bene che sia andata così, è stato una maratona di informazioni. Un cammino condiviso e leggero (che non guasta mai), con a capo i massimi esperti mondiali del settore. Si è passati dalle case antisismiche alla progettazione sociale. Dall’importanza dei batteri al recupero dei semi. Dai concerti ai seminari. Dal teorico al pratico. In modo ordinato, pulito, non invasivo.

 

La giovanissima ed efficace macchina organizzativa

La giovanissima ed efficace macchina organizzativa

“Le strategie ‘dal basso verso l’alto’ più rilevanti partono dall’individuo e si sviluppano attraverso l’esempio e l’emulazione fino a generare cambiamenti di massa. La permacultura non ha come obiettivo principale quello di far pressione su governo e istituzioni per cambiare la politica, ma quello di permettere a individui, famiglie e comunità locali di accentuare la loro autosufficienza e autoregolazione. Tale approccio si basa sulla consapevolezza che una parte della società è pronta, disponibile e in grado di cambiare il proprio comportamento, se crede che ciò sia possibile e rilevante. Questa minoranza socialmente ed ecologicamente motivata rappresenta la chiave di volta di un cambiamento su larga scala”, David Holmgren.

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