Odio il lunedì oggi vola alto, più alto del suo standard abituale, che tra l’altro già era notevole (voto 2). Parliamo di Miss Italia, perché lo storico concorso per una volta fornisce materiale anche alle povere cronache di questa terra. Già, Miss Italia 2015 è viterbese, from Montalto di Castro, ladies and gentlemen: si chiama Alice Sabatini, compirà 19 anni ad ottobre ed è una bellissima figliola.
Sì, una bella ragazza, nel complesso una tipa da voto 9.5. Alta, faccia pulita, capelli corti, occhi che possono provocare – in chi li fissa – anche effetti collaterali. Sì, perché per vincere Miss Italia bisogna essere belle. E’ la conditio sine qua non, il punto di partenza e la chiave di volta, il requisito essenziale, la misura (o il tempo) minimo per qualificarsi. Un principio rispettato quasi sempre, nei decenni della competizione, a parte qualche memorabile eccezione di qualche racchia (voto 5) diventata regina, anzi reginetta.
Eppure, nella serata finale trasmessa da La7 domenica scorsa – in un’atmosfera surreale, a metà tra osteria, fumeria d’oppio stile C’era una volta in America (voto 7), spettacolino da centro commerciale o recita di fine anno del reparto psichiatrico del manicomio criminale di Montelupo fiorentino – Alice ha vinto, ma non ha convinto. Anzi, è finita nell’occhio del ciclone per la risposta data ad una domanda di Claudio Amendola. “In quale periodo storico avresti voluto vivere?”, ha chiesto l’ex Cesarone, l’ex ultrà, l’ex figlio del macellaio coatto in vacanza a Cortina o in America. Ora, complimenti per l’originalissima domanda: voto 1 ad Amendola che si è prestato, voto 0 all’autore televisivo (o presunto tale) che quel quesito l’ha pensato e scritto. Alice ha risposto per quello che è: una semplice ragazza di provincia, anzi di Maremma. Ingenua, amante dello sport, smorfiosetta q. b. – siamo sempre in televisione, siamo sempre ad un concorso -, certamente sincera: “Nel 1942, perché avrei voluto vedere la Seconda guerra mondiale”, ha detta Alice. E ancora: “Il mio personaggio storico preferito è Michael Jordan”. Ed è scoppiato un casino.
I twittaroli di professione (da non confondere coi pipparoli, che pure quella sera erano davanti allo schermo, comunque voto 4) si sono indignati, perché indignarsi è l’unica altra cosa che sanno fare dopo naturalmente cazzeggiare. Sono piovuti gli insulti, molti dei quali irriferibili, i giudizi (“Questa è scema”), le valutazioni non richieste sul “come sono ridotti i giovani d’oggi, signora mia”. Insomma, il classico tritacarne.
Due cose, brevi. Primo: Alice non ha detto niente di male, ha espresso un desiderio, una curiosità, quello che pensava. Impari la lezione: mai dire qualcosa di vero e di sincero in televisione, è male, nessuno lo pretende e nessuno comunque ti crederà. Meglio rifugiarsi nel banale, esempi: “Avrei voluto essere Cleopatra nell’antico Egitto”; “Avrei voluto vivere nel castello della principessa Sissi”; “Il mio personaggio storico preferito è Nelson Mandela”.
Secondo: per vincere Miss Italia non è necessario essere intelligenti, né acuti, né brillanti, ma può aiutare. Vuoi vedere che Alice lo è? Con quella battuta s’è guadagnata non un quarto d’ora (comunque, voto 8 a Andy Wharol), ma qualche mese di notorietà, tra interviste, imitazioni e copertine dei giornali. E dalla notorietà alla fama il passo è breve, specie per chi, come lei, ha le gambe lunghe. Voto 9 e in bocca al lupo all’orgoglio della Maremma. Per il voto alle gambe, be’, ci risentiamo con comodo.