Orami quasi non fanno più notizia. Che uno dice: riecco l’ennesimo articolo su Civita. Oppure: oh, ma lo sai che la città che muore sta di nuovo su una testata internazionale? E sai che novità…
La cosa è così tanto frequente che manco ci si fa più caso. Che negli ultimi tempi, in zona Calanchi, il sindaco di Bagnoregio lo chiamano simpaticamente Barbara d’Urso. E non per i capelli, sia chiaro. Ma piuttosto per il tempo (tanto, e fa anche bene) che passa in tivù a pubblicizzare la sua meraviglia.
Stavolta però la faccenda è diversa. E merita sì particolare attenzione. Ok, sull’iniziativa si sono nuovamente espressi pezzi da novanta quale L’Espresso, tanto per citarne uno. Ma il bello è che in questo specifico caso Civita si mette in mostra raccogliendo diversi talenti locali. Insomma, se è vero che il turismo provinciale parte proprio dal borgo incantato, tanto vale di ficcarci dentro tutta la buona mercanzia che uno ha. Così, per dirla come a Cambridge, con una fava si beccano due piccioni.
È partito ieri, e andrà avanti fino a domani, l’Algoritmo festival. Una manifestazioncina rapida rapida, 72 ore da bersi tutte d’un fiato, destinata però a far parlare di sé molto a lungo. Destinata, a leggere nomi e programma pare già chiaro, a crescere nel tempo.
Il tema portante è quello dell’arte. “Proposta da personaggi che, con il rispetto del sito, saranno qui a contaminare la storia antica – dicono gli organizzatori – utilizzando il racconto contemporaneo, con installazioni, sculture, video e performance. Ogni forma è quindi messa in gioco”.
Ed ecco i primi due aspetti campanilistici. Innanzitutto i promotori del pacchetto, Serena Achilli e Massimiliano Capo (viterbesi, se non si fosse capito). E poi gli artisti, dodici per la precisione. Davide Dormino, Maddalena Mauri, lo stesso Capo, Massimo De Giovanni, Luca De Troya (tutti legati al territorio, tra adozioni e area di lavoro). Più, Fratelli Calgaro, Wim Delvoje, Marcello Montegazza, Gino Sabatini Odoardi, James P. Graham, Raul e Helmut Pizzinini.
Ma non solo questo. “Collateralmente – proseguono i due – ci sono incontri e dibattiti. Con tutte le figure che compongono il circolo dell’arte. Galleristi, curatori, collezionisti, critici, artisti e giornalisti”.
E pure qua, spulciando tra i nomi, il giochino del “ce l’ho, mi manca” è divertente. Ve li proponiamo in blocco, pronti a dibattere su quanto proposto dalla regìa: Marcello Carriero, Sabrina Vedovotto, Gianluca Marziani, Barbara Martusciello, Stefano Ciavatta, Matteo Boetti, Andrea Bizzarro, Antonio Arevalo, Gian Maria Cervo, Simona Gavioli, Palo Crepet, Francesca Meli Balbocchino Furini, Alessio Jacona, Sergio Ragone e Filippo Rossi.
Chiude, infine, una massiccia dose di musica. Logicamente contemporanea. “L’arte segue il filo dell’incessante mutare dei messaggi visivi, immaginando nuove dimensioni espressive – spiega la coppia – Algoritmo è un festival che prova a tracciare questi percorsi, con l’idea di definire ambiziosamente nuove istruzioni per l’uso di questa contemporaneità che rifiuta le narrazioni novecentesche”.