Che macello, signora mia, sembra di essere a Woodstock (ma senza Jimi Hendrix, e senza droghe). Questa estate dei ripescaggi rischia di battere tutti i record. Di credibilità e di ilarità, in un pacchetto vacanze – per chi le dovesse fare, le vacanze – tutto compreso.
La situazione ad oggi è la seguente: stamane il sindaco Michelini e il Comandante Camilli, ritrovata l’armonia come mai s’era vista, saranno insieme allo stadio Rocchi per risolvere la grana videosorveglianza, conditio sine qua non (ma non l’unica) per continuare a sperare nella Lega Pro se ti chiami Viterbese di nome e Gialloblu di cognome. L’imprenditore grottano s’è pure detto disponibile – sempre sia lodato – ad anticipare di tasca sua quella cinquantina di mila euri necessari a riaccendere il Grande Fratello dello stadio. Il Comune, poi, rifonderà. Ma non è questo il punto, o meglio non è solo questo.
Le speranze dei leoni per fare il salto della quaglia (no, non è una puntata di SuperQuark) si giocano su un altro fronte, come giustamente ci fa notare il fedele lettore T. R., espertissimo di regolamenti anche quando – come adesso – è in vacanza. Una persona, tra parentesi, alla quale noi continuiamo a volere molto bene, nonostante tutto.
Bene. L’unica vera strada per vedere i gialloblu tra i pro’, l’anno prossimo, è che i Padroni del Vapore della Figc e della Lega Pro si rimangino la parola – o siano costretti a rimangiarsela da qualche tribunale – è che il format della ex serie C rimanga a 60 squadre. O magari a 56. Non certo alle attuali 54 annunciate, pur senza pezze d’appoggio giuridiche, dal commissario straordinario Tommaso Miele, che anche ieri, tra l’altro, ha ribadito la sua versione. Perché? Perché col Monopoli quasi sicuramente chiamata a sostituire il non iscritto Castiglione, e pure con l’accoglimento del Catania (che sta patteggiando per il calcioscommesse proprio la ripartenza in Lega Pro, seppur con penalizzazione), le squadre sarebbero proprio 54. L’Entella, prima tra le retrocesse, verrebbe infatti richiamata con tante scuse in serie B. E ci scusiamo se nei giorni scorsi dovessimo aver scritto qualche castroneria: cose che capitano anche ai peggiori, come noi.
E dunque, o ripristinano il format a 60, rimangiandosi gli annunci e le minacce, le teorie e i calcoli alla lavagna, oppure semo del gatto. Riuscirà il timore di qualche ricorso (Camilli ha già tuonato di essere pronto ad andare fino in fondo coi ricorsi, magari anche al Tar o al consiglio di Stato) ad attivare la marcia indietro di Miele e compagnia bella (si fa per dire)?. Vedremo.
Certo, un eventuale limite per la Viterbese sarebbe lo stadio, il caro vecchio gallinaro Enrico Rocchi, teatro di tante delusioni e qualche bella goduria. Passerà, l’impianto di via della Palazzina, il severissimo esame delle varie commissioni di controllo sui requisiti di sicurezza? Non solo per la videosorveglianza di oggi, ma anche per esempio per i prefiltraggi. Bella domanda, risposta sospesa. E quantunque il Comune si stia dando una mossa, il tempo potrebbe non bastare. Né potrebbe servire fornire un campo alternativo, visto che qui (Grosseto, Terni, Rieti) non ci puoi andare a giocare in deroga, sia per ragioni di ordine pubbliche (rivalità tra tifosi) sia per regolamento (province diverse).
Dunque, per sognare il Grande Salto si debbono incastrare almeno due pezzi del Tetris diversi tra loro, e magari il Comandante ci deve aggiungere anche qualche mattoncino suo, specie a livello di lobbing nelle stanze che contano. Incrociamo gli scarpini.
Che però la situazione sia incasinata come il traffico all’incrocio di Porta Romana, lo dimostra un altro segnale. Lega Pro e Serie D hanno rimandato a babbo morto (fine agosto) la pubblicazione di gironi e calendari. Colpa del calcioscommesse e dei processi imminenti, certo, ma anche ennesima dimostrazione che neanche lassù, nei palazzi del potere, sanno bene cosa sta succedendo, o potrà succedere, nel meraviglioso mondo dell’igiene mentale. Cioè, scusate, del pallone.
Intanto il mercato si muove. Dopo il portiere Saitta (Maceratese) che dovrà sostituire Zonfrilli reduce da broncopolmonite causa aria condizionata, ecco che potrebbero arrivare presto due punte. Una delle quali pare corrispondere al nome di Kolawole Agodirin, nigeriano classe 1983 già visto da queste parti nel 2007-08 (l’anno della retrocessione in D) e allenato da Sanderra in quel di Latina.