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Una scommessa per la Lega Pro

Grande fiducia: alla fine la Viterbese giocherà nella categoria superiore

Damiano Tommasi, presidente di Assocalciatori

Damiano Tommasi, presidente di Assocalciatori

Vi dico la verità, io sul fatto che alla fine la Lega Pro sarà a 60 squadre e che quindi la Viterbese tornerà in serie C, c’ho fatto pure una scommessa. Il che potrebbe non fregare a nessuno, se non casomai a chi ha scommesso con me o al Torquemada de’ Noantri, il procuratore federale Stefano Palazzi, ma alla fine tanto anche mi incriminasse sono certa che me la caverei al massimo con qualche punto di penalizzazione al pari di Torres e Vigor Lamezia, perciò tanto vale tentare la sorte. Si sa, la giustizia sportiva ha le sue ragioni che la ragione non conosce.

Una scommessa, dunque. Un gioco con la sorte, un rischio, un salto nel buio. Una botta di… Ormai il ritorno della Viterbese tra i professionisti dipende solo dalla sua buona stella e non più, infatti, dalla volontà e dall’impegno della famiglia Camilli (che ce l’ha messa tutta), dallo stadio a norma o dalla FIGC, che ancora oggi mantiene il punto su 54 squadre in tre raggruppamenti da 18 e che ha persino reso noti i gironi con così tante incognite da sembrare piuttosto una equazione di secondo grado. La serie C per la Viterbese e per le altre società che hanno presentato domanda per l’ammissione in serie C dipenderà solo dall’esito, speriamo positivo, del ricorso presentato dal Seregno (e pare anche dal Taranto) al CONI contro la riduzione di matrice lotitiana da 60 a 54 squadre. Se i brianzoli e pugliesi avranno ragione, la Lega Pro dovrà per forza aggiungere altre sei squadre all’organico attuale, e tra queste troverebbe senza dubbio spazio la Viterbese.

Tommaso Miele, commissario della Lega Pro

Tommaso Miele, commissario della Lega Pro

Il precedente del Novara di un anno fa lascia ben sperare, anche perché negli ultimi giorni un certo movimentismo in merito alla querelle 54 vs 60 si è registrato negli ambienti pallonari che contano. Come dire, finalmente qualcuno si è accorto che il passaggio forzato da 60 a 54 è una cagata pazzesca (Fantozzi dixit). Tra i segnali che a mio avviso per la Viterbese possono essere considerati positivi, sfuggiti alla maggior parte dei pur attentissimi commentatori calcistici autoctoni, c’è la posizione netta e chiara di contrasto all’intransigenza federale presa dall’Assocalciatori. Che è importante non tanto per capire se la piega dei boccoli del presidente Damiano Tommasi andrà di moda in questo autunno/inverno 2025-2016, ma che è un messaggio forte di dissenso verso i vertici della Federazione da parte di quelli che nel calcio e col calcio ci lavorano davvero. Non come Tavecchio e i suoi, insomma. Meno squadre professionistiche, del resto, significano meno posti di lavoro, meno contratti e meno tutele per i calciatori e questo al sindacato che li rappresenta ovviamente non può stare bene. Anche l’Associazione Calciatori avrà voce in capitolo nel consiglio federale di lunedì prossimo. In attesa della discussione del ricorso di Seregno e Taranto, prevista per il 3 settembre, avere dalla propria parte anche l’AIC per la Viterbese è senza dubbio una buona notizia.

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