Una buona e una cattiva notizia dal mondo della sanità privata laziale, e dunque anche viterbese. Prima la cattiva.
Che riguarda ancora una volta le Residenze sanitarie assistenziali, già al centro dell’attenzione per il taglio dei contributi al pagamento delle rette per i pazienti. Il nuovo problema riguarda i lavoratori, che rischiano da settembre il taglio del 50 per cento degli stipendi. La causa va ricercata al nuovo sistema di pagamento di Regioni e Comuni nei confronti dei proprietari delle strutture. Le associazioni che rappresentano i proprietari delle Rsa (Aiop e Aris) si sono incontrati l’altro giorno con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e hanno confermato il taglio del 50 per cento degli stipendi da settembre per i 12mila lavoratori del settore nel Lazio, qualora non intervengano modifiche al sistema di pagamento. “Un ulteriore tegola – spiegano i sindacati – per dei lavoratori che hanno il contratto scaduto da sei anni e che subiscono spesso un dumping contrattuale (cioè una specie di sfruttamento della manodopera, ndr). Per questa ragione – aggiungano le organizzazioni sindacali – confermiamo lo stato di agitazione del settore e intensificheremo la mobilitazione nei primi giorni di settembre. La Regione e i datori di lavoro non possono scaricare sulla pelle dei lavoratori le mancate soluzioni al problema. Senza certezze l’unica soluzione sarà lo sciopero generale della sanità privata”.
Sanità privata che a Viterbo registra una piccolissima nota positiva, anche se temporanea. Riguarda i lavoratori di Villa Buon Respiro (e gli altri dipendenti del gruppo San Raffaele, 1187 in totale in tutto il Lazio), che dopo l’incontro all’assessorato al Lavoro della Regione Lazio, hanno ottenuto una proroga alla mobilità fino al 21 settembre prossimo. E’ stata concessa dalla società “in via del tutto eccezionale”, dopo la richiesta della Regione, che dal canto suo ha promesso di riconvocare entro quel periodo le parti.