17112024Headline:

Scuola, i giorni dell’incertezza

E' finita la corsa contro il tempo (e le nuove norme) per le immissioni in ruolo

Il segretario della Uil Scuola di Viterbo, Tonino Longo

Il segretario della Uil Scuola di Viterbo, Tonino Longo

Sono stati giorni delicatissimi per la scuola italiana e per i suoi lavoratori della parte docente. Il 14 agosto è scaduto il termine per presentare la richiesta di immissione in ruolo da parte degli insegnanti, secondo la nuova formula imposta dalla riforma del Governo, la discussa “La Buona Scuola”. In oltre 70 mila (71.643, per la precisione) l’hanno fatto, da tutta Italia. E ora dovranno aspettare la nomina, affidata ad un algoritmo telematico senza distinzioni geografiche: un docente siciliano, in teoria e nella pratica, potrà essere nominato in una scuola del nord. Se rifiuta, perde il posto. Questa è soltanto una delle perplessità che gira intorno alla riforma, contestatissima dai sindacati del settore con diversi mezzi, dallo sciopero ai ricorsi.

Anche nella Tuscia sono stati giorni di fuoco Per i docenti e per i sindacati. La Uil scuola ha lavorato incessantemente al fianco degli insegnanti, con un ufficio dedicato nella sede di Corso Italia e il segretario generale Tonino Longo e i suoi collaboratori sempre operativi, ad oltranza, a partire dalla segreteria territoriale.

“Un passaggio che ha avuto bisogno della massima cura e della massima attenzione – dicono dal sindacato – e che ha visto l’organizzazione interpretare un ruolo importante sia per la parte burocratica e normativa, sia per quella di assistenza dei lavoratori. Lavoratori, gli insegnanti, che sono vittime loro malgrado di una riforma che non tiene conto della dignità delle persone e delle professionalità. Perciò il sindacato si è ritrovato nelle sue funzioni originali, che fanno parte della sua missione oltre agli altri aspetti sociali e culturali che pure Uil Scuola porta avanti”. Come per esempio il ruolo di socio fondatore di Caffeina, che consente di portare in piazza e di diffondere le tematiche (e le problematiche) del settore.

Sabrina Giannini, ministro dell'Istruzione, università e ricerca

Sabrina Giannini, ministro dell’Istruzione, università e ricerca

E se da una parte il premier Renzi, vero ispiratore della riforma nonostante il ministro dell’Istruzione sia Stefania Giannini, ha espresso su Twitter l’augurio agli insegnanti (“Un sogno che si avvera”), la realtà sembra essere ben diversa, almeno per come la raccontano nel mondo scolastico. Con la riforma il precariato non verrà totalmente azzerato, sostengono alcuni studi. E poi naturalmente c’è la trasformazione dell’insegnante, per molti in negativo: “Diventeranno dei tappabuchi, da spostare qua e là e senza certezze, e parliamo di un mestiere dove le retribuzioni non sono certo stellari e anzi al di sotto di molti altri Paesi europei e non”, è la teoria più diffusa.

Per non parlare della situazione del personale Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario), dove il Governo ha bloccato le immissioni in ruolo a causa dell’assorbimento dei lavoratori in eccesso da altre amministrazioni e dal passaggio al telematico di diverse funzioni.

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