La speranza fa sessanta. Questo numero qui, così rotondo, così morbido, unisce un bel po’ di società lungo lo Stivale, tutte alleate per necessità verso un unico obiettivo: disputare il prossimo campionato di Lega Pro. Tra queste, pure la Viterbese, che combatte la sua battaglia, aizza gli avvocati, conta i giorni. Le date da segnare in rosso sul calendario sono due, dopo che quella di lunedì scorso (termine ultimo per consegnare le domande di ammissione alla ex serie C in sostituzione del Castiglione mancante) è scivolata via senza alcun colpo di scena.
La prossima fermata allora è per lunedì prossimo, il 31 – qui le settimane scorrono via come bruscolini, e l’estate sta finendo – quando nell’ormai inflazionatissima cornice milanese di Expo si terrà il consiglio federale. All’organo supremo della Federazione italiana giuoco calcio è demandato l’annuncio di quale sarà la fortunata, siori e siore, che sostituirà il Castiglione come 54esima squadra della prossima Lega Pro (comprese le squadre ripescate dopo il Calcioscommesse, pure queste da annunciare ma saranno le retrocesse dell’anno scorso). In lizza ci sono Monopoli, Taranto e Viterbese, e l’ordine alfabetico dovrebbe indicare anche l’ordine di possibilità. Di queste, ne salirà soltanto una.
Ma non finisce qui, come diceva il vecchio Corrado Mantoni. In questa Corrida di illusioni, ci sarà da aspettare ancora. Perché le alleate di cui sopra (Seregno, Sambenedettese, Grosseto, Fondi, Viterbese, Monopoli e Taranto, stavolta da nord a sud) vogliono giocare la loro partita fino in fondo. E contestano proprio il format a 54 squadre, dicono è stata una riduzione imposta e neanche troppo democratica, visto che le Noif, le norme organizzative interne della federazione, prevedono che il dimagrimento del campionato venga votato e approvato dal consiglio federale, e non da una delibera di Lega come avvenuto quest’anno. Se il regolamento dice(va) che quest’anno si sarebbe fatta la Lega Pro a 60 – è il ragionamento – a 60 si deve fare. In un modo o nell’altro. E non sono chiacchiere demagogiche o pro domo sua, ma motivate da un precedente, quello dello scorso anno, quando con l’estromissione dalla B del Novara causa un illecito (l’ennesimo, in questo calcio bastardo), la Lega di B provò a ridurre le squadre della serie cadetta. I ricorsi smentiranno il tentato golpe, e ripristinarono la serie B a 22 squadre, come era previsto, anche se al posto del Novara salì il Vicenza.
Alla luce di quella sentenza – che dovrebbe fare giurisprudenza, salvo smentite sempre possibili, vista la schizofrenia dell’ambiente – ora è il Seregno a guidare le operazioni e a ricalcare la strada che un anno fa portò al ribaltone. La società lombarda, per andare sul sicuro, ha affidato il ricorso a quell’avvocato Di Cintio che l’anno scorso firmò la vittoria. Il Seregno chiede la discussione del suo ricorso per il 3 settembre, una data che a questo punto diventa importante non soltanto per il Trasporto della Macchina di Santa Rosa. Allegato al ricorso, anche la richiesta di posticipare l’avvio del campionato dal 6 al 13 settembre, con probabile proroga anche delle operazioni di mercato.
E a proposito di mercato, ma in chiave gialloblu, dopo l’arrivo del centrocampista Matias Cuffa (34 anni, argentino, mediano di rottura e d’impostazione), si attende un’altra pedina per il settore nevralgico e l’arrivo dei due giovani nigeriani già annunciati dal patron Piero Camilli nei giorni scorsi.