Dove vai al mare? “A Canino, a Tuscania, o a Monte Romano, mi voglio proprio fare un bel bagno”. Risposta da ricovero immediato, detta così e detta oggi, ma magari non proprio impossibile tra qualche decennio. Così ritiene almeno Martin Vargic (alias Jay Simons), un disegnatore di mappe slovacco che ha elaborato una mappa, appunto, su come potrebbe essere l’Italia in un futuro neanche troppo lontano – si parla del 2100 – qualora il livello del mare si innalzasse di cento metri.
Un’ipotesi certo esagerata, nonostante gli allarmismi sul riscaldamento globale, visto che lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento delle acque è sì possibile, ma anche nel peggiore degli scenari si parla di qualche centimetro. Cento metri sono tanti, insomma, anche se con le doti (auto)distruttive del genere umano non si può mai sapere.
Comunque, la mappa di cui sopra merita uno sguardo da vicino. E parte certi aspetti inquietanti, intere città sommerse (a partire Roma, che si troverebbe su una specie di fiordo che affonda per chilometri nell’interno là dove oggi scorre il Tevere, anche la Tuscia vedrebbe una bella parte del suo territorio trasformato in pascoli per i pesci. Sempre che i pesci esisteranno ancora, in questo futuro bagnatissimo.
Tarquinia e Montalto sparirebbero sotto il mare. Case, palazzi, strade, le antiche vestigia etrusche, i campi coltivati, l’inconfondibile paesaggio. Tutto sommerso. Il Tirreno si mangerebbe chilometri di Maremma laziale, arrivando fino a Canino da una parte e a Monte Romano al sud, Tuscania al centro. Diciamo una ventina di chilometri più a oriente di dove si trova oggi la costa. Insomma, uno scenario da brividi, che fortunatamente – calendario alla mano – comunque non avremo la fortuna di vedere. Toccherà ai figli dei nostri figli, probabilmente, che comunque potranno consolarsi con un vantaggio: per andare in spiaggia dovranno percorrere molti chilometri in meno di quanto ne percorriamo noi oggi. Per gli ingorghi sulla Tuscanese, invece, l’impressione è che neanche le maree potranno farci niente.