Una buona notizia per la sanità viterbese. E un segnale importante di quanto anche i privati – in questo caso un’azienda – possano contribuire al miglioramento della macchina d’assistenza e prevenzione che agisce sul territorio. La notizia arriva da Acquapendente, dove la Ilco, l’industria di lavorazione delle carni ovine di proprietà di Piero Camilli, ha donato 50mila euro alla Asl di Viterbo. Soldi – tanti – che serviranno per contribuire all’acquisto di una piattaforma di telemedicina destinata all’ospedale di Acquapendente.
La proposta era partita a maggio proprio dalla scrivania di Camilli, che in una lettera al commissario straordinario della Asl Luigi Macchitella aveva manifestato l’intenzione di “erogare un contributo di 50mila euro finalizzato all’acquisto della piattaforma da collocare all’ospedale di Acquapendente”. Il 20 luglio scorso, con un’apposita delibera di accettazione, è arrivato il via libera dalla cittadella della salute. Nelle premesse, la Asl prende atto “della sensibilità del presidente della Ilco Piero Camilli al fine del miglioramento della gamma dei servizi offerti per l’Azienda sanitaria locale”. E certifica la regolarità della procedura.
Quei soldi donati dalla Ilco, dunque, contribuiranno all’acquisto della piattaforma di telemedicina e teleconsulto che è già in sperimentazione al pronto soccorso di Acquapendente e che consente di refertare a distanza – in collegamento con lo stesso reparto di Belcolle – i pazienti con i casi più urgenti. Uno strumento importante per polo ospedaliero “di frontiera”, come quello della cittadina dell’Alta Tuscia. Un ospedale, tra l’altro, che fino a qualche mese fa correva seriamente il rischio di essere declassato a “casa della salute” e che è stato salvato da quel destino soltanto grazie alla movimentazione del sindaco Bambini e della popolazione. Da parte di Camilli e della Ilco, che ha sede proprio ad Acquapendente, ora arriva questo atto di generosità e d’amore per il territorio. Un esempio che tra l’altro è comune anche ad altre realtà, vedi Civita Castellana, dove le associazioni dei cittadini nel corso degli anni hanno contributo più volte all’acquisto di macchinari preziosi per un altro ospedale importante come l’Andosilla.