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Il Pd, le riforme e l’autunno caldo

"Meno tasse per cittadini e imprese, più risorse per gli enti locali: altrimenti addio ripresa"

Un 'intervento in aula dell'onorevole Alessandro Mazzoli (Pd)

Un ‘intervento in aula dell’onorevole Alessandro Mazzoli (Pd)

Onorevole Alessandro Mazzoli, cose c’è dopo le vacanze?

“Tanto lavoro. In entrambi i rami del Parlamento”.

Vale la pena cominciare dal Senato dove, come si dice, i numeri sono più ballerini.

“A Palazzo Madama, alla ripresa, è in programma la seconda lettura del testo di riforma costituzionale”.

La promessa di un gruppetto di senatori Pd è di far ballare la rumba a Renzi…

“Io credo che la questione sia molto seria perché investe sia la mission di questa legislatura che la vita interna del Partito democratico”.

E probabilmente anche la vita del governo Renzi.

“Non credo perché un’analisi realistica dimostra che i numeri ci sono anche in presenza di una fronda di una ventina di senatori del Pd dissidenti. Ma qui si aprirebbe un corposo problema politico”.

In ordine, onorevole: che cosa la preoccupa di più?

“Le discussioni di queste ultime settimane vertono essenzialmente sulla possibilità che il Senato sia eletto direttamente dai cittadini, contrariamente a quanto approvato in prima lettura sia a Montecitorio che a Palazzo Madama dove si prevede un’elezione di secondo grado, simile a quanto è avvenuto con le Province”.

Pensa che sia possibile una sintesi?

“Lo ritengo oggetivamente complicato a meno che non ci sia una larga convergenza delle forze politiche che, al momento, non mi pare di scorgere. Anche perché si andrebbe ad intaccare la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum, che è già stato approvato”.

Quindi?

“Quindi, credo che si andrà avanti con il testo attuale”.

Dunque, alla maggioranza mancheranno probabilmente una ventina di voti, compensati da alcune frange di opposizione, a cominciare dal gruppo dei verdiniani.

“E questo apre il problema politico al quale accennavo in precedenza. A mio parere non votare la fiducia al governo nel quale l’azionista maggiore è il tuo partito è un atto molto grave. Si può discutere all’infinito, ma poi arriva il momento della sintesi e del voto. E’ già successo alla Camera quando una trentina di deputati pd si espressa con un no sulla fiducia posta dal governo sulla legge di riordino della pubblica amministrazione”.

Ma perché è così importante la riforma costituzionale?

“Perché attuare le riforme rinviate per decenni dà un senso all’intera legislatura,  che altrimenti potrebbe chiudersi anche oggi. In Italia, purtroppo, per ricercare il meglio ci si è spesso dimenticati del bene. E questo non possiamo più permettercelo. E non dimentichiamo che comunque le riforme saranno soggette a referendum e quindi spetterà comunque ai cittadini il sì o il no finale”.

Tempi?

“Il referendum confermativo si terrà entro la fine dell’anno prossimo”.

E a Montecitorio cosa la aspetta?

“Subito, ai primi di settembre, riprende la discussione sulla legge sugli appalti. Un provvedimento fondamentale che da un lato semplifica le procedure e dall’altro impone controlli più serrati per evitare che si ripetano i casi di corruzione di cui la cronaca si è occupata negli ultimi mesi”.

Matteo renzi, presidente del Consiglio e leader del Pd

Matteo Renzi, presidente del Consiglio e leader del Pd

E poi?

“Poi comincierà il percorso legato alla legge di stabilità nella quale, come già annunciato, si affronterà la riduzione del carico fiscale sui cittadini e sulle imprese. E non solo…”.

Cioè?

“A mio avviso, oltre ad una riduzione della pressione fiscale e ad un riequilibrio nell’ottica di una maggiore equità, bisognerà anche affrontare il tema delle risorse agli enti locali che sono ormai allo stremo”.

Tanto per non andare lontano,  basta guardare cosa accade a Viterbo…

“Infatti. Io sono convinto che ormai non ci sia più nulla da tagliare e che anche la tassazione locale sia al massimo. Ecco, ritengo non più rinviabile un’inversione di tendenza: basta col prendere, bisogna cominciare a ridare. Con gradualità, certo, ma questa è un’esigenza che deve essere presa in carico dal Governo e dal Parlamento. Altrimenti si ferma del tutto il sistema Paese”.

In che senso?

“In Italia, la stragrande maggioranza dei lavori pubblici dipende dagli enti locali. Se a questi ultimi mancano le risorse per un qualunque tipo di intervento, oltre che per garantire i servizi ai cittadini, si blocca il ciclo virtuoso che permette alle aziende di lavorare e di produrre occupazione. Il che semplicemente significa addio ripresa”.

Sempre per non allontanarci molto da Viterbo, c’è un altro tema che incombe: la situazione di Talete.

“Che sconta un limite decisivo: più o meno la metà dei Comuni della Tuscia continua a gestire in proprio le risorse idriche. E questo è un errore fondamentale. Lo dico in assoluta tranquillità anche se il discorso riguarda sindaci della mia parte. Portare l’acqua nelle case, il sistema di depurazione e di dearsenificazione costa: chi continua  a fare discorsi localistici ottiene benefici immediati, ma quanto potrà durare ancora?”.

E poi ci sono i debiti: tanti debiti…

“Non conosco sinceramente gli ultimi dati, ma è evidente che si è arrivati ad uno snodo decisivo. Io auspico soluzioni capaci di risolvere i problemi, altrimenti ci penseranno altri”.

Magari un privato…

“Semplicemente altri. Non va dimenticato che la Regione, pur non potendo intervenire direttamente in Talete, deve legiferare entro breve sui bacini idrici. E di fronte a situazioni non chiare, potrà mettere in campo poteri sostitutivi. Quando sento qualche sindaco gioire perché fa pagare l’acqua 0,28 o 0,32 euro, mi arrabbio. Con un soggetto davvero unico, forse avremmo avuto qualche problema in meno e comunque avremmo avuto una forza contrattuale maggiore”.

Onorevole Mazzoli, sarà proprio un autunno caldo…

“Impegnativo sicuramente sì”.

 

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