La mia lettera al sindaco di Ronciglione, al prefetto, ai ministri della Salute e dell’Ambiente, al presidente della Regione, agli assessori regionali all’Ambiente e alla Salute, al presidente della Provincia e ai Nas.
Egregio Sindaco, egregi signori,
nell’ultimo Consiglio comunale del 10 agosto 2015, pur restando attentamente in ascolto della comunicazione, fatta dall’ing. Treta, sullo stato dei lavori e i tempi occorrenti per dotare Ronciglione di acqua potabile, non abbiamo ben compreso alcune questioni, che dal semplice ascolto, ci sono sembrate allarmanti per la salute dei cittadini.
Per questo motivo, anche perché i tempi stabiliti dalla legge e dalle deroghe concesse, per distribuire acqua potabile senza veleni, sono abbondantemente scaduti, siamo a chiedere copia della delibera del Consiglio comunale riportante la comunicazione dell’ing. Treta e cortesemente di volerci chiarire meglio le parole dell’ingegnere. Le nostre richieste vengono avanzate per la tutela dell’interesse pubblico, in considerazione delle leggi sulla trasparenza degli atti amministrativi, la legge 241/90 e l’art 22 della stessa.
Vorremmmo allora che ci chiarisse meglio le dichiarazioni dell’ing. Treta, augurandoci di non averle ben comprese. In particolare:
– I filtri che entreranno definitivamente in funzione presso le pompe aspiranti acqua dal lago di Vico “abboccatore” tratteranno soltanto una parte dell’acqua proveniente dal lago, miscelandola con l’altra parte prelevata prima di essere tutta immessa nell’acquedotto e soprattutto elimineranno completamente le microcistine cancerogene dell’alga rossa o planthotrix rubescens che sappiamo hanno preso possesso del lago?
– E’ vero che nel lago sono presenti 84 tipi diversi di microcistine e che non è presente la microcistina LR che possiede valori molto elevati di tossicità, mentre sappiamo presente la microcistina cancerogena prodotta dall’alga rossa ?
-Risponde al vero che il ministero della Salute, su suggerimento dell’ Istituto superiore di Sanità ha pronto un decreto legge apposito che eleva il parametro delle micro cistine ammissibili nelle acque potabili, aggiungendo una tabella per le microcistine alla legge 31/2001, legge che recepisce la Direttiva europea n 83 del 1998 che non contempla tale ipotesi?
-Risponde al vero che per eliminare le microcistine, verranno impiegate, nei momenti critici, altre sostanze chimiche?
– Risponde al vero che gli impianti di Chianello, costati molto denaro pubblico, che ancora non distribuiscono acqua potabile e non ancora consegnati al Comune, verranno abbandonati una volta entrati in funzione definitivamente gli impianti ubicati presso l’emissario Rio Vicano?
– Quale acqua viene utilizzata per gli alimenti e negli esercizi commerciali?
– Risponde al vero che le tre casette dell’acqua che distribuivano acqua dearsenificata, ora vengono alimentate dall’acqua proveniente dal lago bypassando i vecchi filtri e anche i filtri delle stesse?
Egregio sindaco, egregi signori, ritenendo che le azioni che si stanno compiendo, per dotare il paese di acqua potabile, siano quanto meno discutibili, vi chiediamo nuovamente, ognuno per le proprie competenze, di intervenire a tutela della salute della popolazione.
– E’ possibile che in una cittadina di circa 9000, 9500 abitanti che nella stagione estiva aumentano considerevolmente non ci sia un punto da dove possa essere prelevata acqua potabile?
– Perché non si riconosce lo stato di emergenza e viene distribuita acqua potabile con autobotti almeno agli anziani, alle donne incinta e ai bambini?
– Perché ancora si insiste a definire potabile un’acqua per la quale non è stata emessa ordinanza di potabilità ?
A Ronciglione, similmente a Caprarola dove succede da molto tempo, le voci che circolano definiscono potabile l’acqua distribuita, mentre sono in vigore le ordinanze di non potabilità dell’acqua distribuita dall’acquedotto comunale.
– Si può lasciare ancora che i cittadini, ritenendola potabile, continuino a prendere l’acqua distribuita dai rubinetti presso il pozzo di Chianello e dalle casette dell’acqua che si dice proveniente dal lago, non più filtrata né al Casalino, né dai dearsenificatori delle stesse casette, senza un foglio di carta che ne attesti la potabilità?
– Perché in alcune fontane pubbliche, fra queste quella dei giardino pubblico dove i bambini spesso di dissetano, che erogano acqua non potabile, ancora non è stato affisso l’apposito cartello?
– Infine, perché non si chiariscono i veri motivi per cui l’ordinanza di potabilità non può essere emessa?
Tutto ciò a nostro parere è gravissimo.
I cittadini continuano ad essere esposti a possibili malattie, (tumori, leucemie, malattie cardiovascolari e quant’altro, che studi scientifici e indagini epidemiologiche attestano, derivanti dall’acqua contenente arsenico e microcistine. Tutto ciò a causa della non corretta informazione, che perdura da anni.
– E’ ancora accettabile la sottovalutazione del problema o nascondere alla popolazione la verità?
– Non vi sembra sia giunto il momento di mettere in atto comportamenti più responsabili ?
Il compito del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità è appunto quello di tutelare la salute dei cittadini.
A questi riteniamo necessario domandare:
– Il rispetto del principio di precauzione, non è quindi la cosa più importante che deve essere osservata?
Le chiediamo quindi, signor Sindaco, così come hanno fatto numerose associazioni culturali e ambientaliste, di farsi promotore verso il Ministero e l’ISS perché non venga emesso il Decreto legge di cui da tempo si parla. Le chiediamo di scongiurare la possibilità di modifiche o aggiunte alla legge 31/2001 per le microcistine, che praticamente eleveranno il parametro ammesso delle microcistine nelle acque potabili.
Decreto simile venne presentato, su suggerimento sempre da parte di alcuni membri autorevoli dell’ISS, dal Governo Monti all’Unione Europea, che non accettò la proposta avanzata, nonostante l’opposizione netta e unanime di tutti i membri della Commissione della Camera dei Deputati oltre che da Parlamentari italiani ed europei, dalle associazioni ambientaliste e dai Medici per l’ambiente ISDE.
Chiediamo quindi al Ministro dell’Ambiente e della Salute di non procedere ulteriormente con una proposta, che non ci sembra sia veramente dettata per tutelare la salute della gente.
La questione acqua potabile a Ronciglione e Caprarola, visto che, nonostante tutto, s’intende continuare a captare e distribuire acqua di questo lago, fa riflettere in particolare rispetto la situazione del lago di Vico, inquinato soprattutto da una agricoltura, potente, che usa abbondantemente fitofarmaci, che non è disposta a cambiare metodo di coltivazione, ma anche da altre cause. Infatti nei sedimenti del lago sono state trovati cadmio, nikel ed altri veleni, oltre all’arsenico in proporzioni sconvolgenti.
Ancora attendiamo iniziative serie da parte delle Istituzioni pubbliche per far recedere l’inquinamento, che non può avvenire da solo. Queste pur essendo consapevoli della gravità della situazione, poco hanno fatto e fanno per il disinquinamento e per evitare l’apporto ulteriore di inquinanti nel lago, soprattutto dovuti da questa componente importante che è l’agricoltura chimica.
E’ incomprensibile anche il comportamento avuto dalla stessa Regione Lazio, quando con delibera n 539 del 2 novembre 2012, individua le aree di salvaguardia della captazione dal lago di Vico in tutto il bacino e fa giustamente divieto d’uso di prodotti chimici nella conca del lago di Vico, poiché acque destinate al consumo umano, e nella stessa delibera al punto 6/3 aggiunge salvo che gli agricoltori non si dotino di PUA (Piano di utilizzazione aziendale). Tale punto anziché produrre la salvaguardia del lago dall’inquinamento ci è sembrata la scappatoia che permette ancora l’uso esagerato di pesticidi e fertilizzanti, senza veri controlli.
Sinceramente questa ci è sembrata una vera e proprio presa in giro di associazioni ambientaliste, di partiti politici, e dei cittadini che da tempo chiedono di evitare ulteriori apporti inquinanti nel lago. Abbiamo chiesto più volte, assieme alle associazioni ambientaliste e culturali, alla vecchia e alla nuova amministrazione regionale e ripetiamo ancora la nostra richiesta:
Occorre rivedere la decisione sui PUA.
Chiediamo ancora al Sindaco, se vuole supportato da una delibera consiliare comunale, di farsi promotore presso la Regione Lazio, perché venga rivista la possibilità di continuare ad usare fitofarmaci che inquinano le acque del lago, esplicitando in questa maniera la volontà dell’amministrazione che non può essere quella di voler distruggere il lago e continuare ad avvelenare i cittadini. Chiediamo al Presidente attuale della Regione, agli assessori regionali all’ambiente e alla salute al Presidente della Commissione ambiente e a tutti i consiglieri regionali di rivedere questa normativa, se si hanno veramente a cuore in primo luogo la salute dei cittadini e il rispetto dell’ambiente.
Se tutto ciò non verrà ancora preso in considerazione dalla istituzione Comune e dalle istituzioni regionali e nazionali, con una iniziativa ferma e decisa, riteniamo che si verificheranno le seguenti ipotesi:
Il Decreto legge di cui si parla, nascondendo la realtà, andrà a definire potabile l’acqua, sebbene sia in essa presenti le microcistine cancerogene; grazie all’apporto di nutrienti che i PUA, per le aziende agricole del lago di Vico, non proibiscono, aumenteranno le microcistine dell’alga rossa o planthotrix rubescense e il lago di Vico visto che il processo di eutrofizzazione aumenterà maggiormente, morirà definitivamente, così come i dati scientifici prospettano; verrà rinviato sine-die il disinquinamento del lago per insufficiente volontà politica e per mancanza di finanziamenti.
Chiediamo a tutti voi di non far morire completamente il lago di Vico, di mettere in atto iniziative per la sua piena tutela dovuta anche per legge, dato che è sede di Riserva naturale e Sito di interesse comunitario SIC. Chiediamo di prendere iniziative per il suo disinquinamento. Chiediamo infine acqua veramente potabile, non potabilizzata da leggi discutibili.