La decisione sul futuro dei 260 ettari del sito della centrale di Montalto deve essere affrontato con il massimo della trasparenza e senza alcuna tattica mediatica.
L’avvicendarsi delle voci su un piano di riconversione in centrale a biomasse con una opzione, allo studio, per la sua riconversione a termovalorizzatore sono indicazioni che vengono direttamente da Enel.
La strategia è scontata: faccio trapelare sistematicamente le notizie aspettando le reazioni dell’opinione pubblica per valutare meglio le manifestazioni di interesse da parte di terzi che l’Enel dichiara di avere avuto per quel sito.
Una cosa è certa ed è da qui che dobbiamo partire.
La Centrale di Montalto è un problema per Enel dal punto di vista dei costi e della sua redditività, perché ha cessato di produrre energia dalla fine del 2012 ed ora viene cannibalizzata smantellando pezzi di ricambio per la Centrale di Brindisi.
Rammentiamo che al di là dei vari ricorsi per ottenere un diverso classamento dall’ufficio del territorio di Viterbo il valore catastale (D1) dell’impianto è di 24 milioni di euro circa a cui l’Enel deve corrispondere la dovuta tassa sugli immobili al Comune di Montalto (il calcolo presunto per il 2015 è di circa 4 milioni e 896 mila euro).
E’ evidente che il problema per Enel è grande anche perché dovesse solamente prevedere lo smantellamento e il ripristino ambientale significherebbe un’ulteriore esborso di danaro a perdere.
Ma il problema è anche del Comune perché in questo caso diminuirebbero drasticamente le entrate per il bilancio oltre che provocherebbe un’ulteriore impoverimento dal punto di vista lavorativo.
Se abbiamo a cuore, ognuno per la sua parte, l’interesse di quel territorio, dobbiamo, senza remore e calcoli politici affrontare il problema da subito.
Ci vuole trasparenza, coinvolgimento e partecipazione.
Ripartiamo dal verbale di incontro con l’Enel del 5 giugno 2014. Il sindaco riconvochi quel tavolo a cui parteciparono i delegati sindacali, le organizzazioni sindacali di categoria e confederali, le associazioni datoriali, le aziende interessate, il Presidente della provincia e la rappresentanza della Regione Lazio.
Ripartiamo da lì e ognuno faccia la sua parte sapendo che non ci servono passerelle mediatiche buone per tacitare qualcuno, ma un impegno serio da parte di tutti
L’Enel dichiara che ogni decisone in materia di trattamento dei rifiuti è di competenza esclusiva degli enti pubblici titolati.
Noi non siamo d’accordo. Considerato il livello preoccupante di corruzione, clientela, malaffare che ha raggiunto il nostro paese e che si annida a volte proprio dentro gli enti pubblici (vedi mafia-capitale) è bene che invece si parta dal coinvolgimento del territorio e di chi in questo territorio ci vive e ci lavora.