C’è un convitato di pietra tre queste antiche e spesse mura della ex chiesa della Pace. Ma visto che siamo qui per presentare l’edizione 2015 del Trasporto della Macchina di Santa Rosa, il presidente del Sodalizio dei Facchini Massimo Mecarini decide di prenderlo di petto, di mettere subito in chiaro le cose e poi di passare agli argomenti seri.
NIENTE IN COMUNE “I rapporti col Comune? Il Sodalizio è autonomo, è nato così e così resta, non abbiamo bisogno di altro. Abbiamo un nostro statuto, la determina del Comune è soltanto una presa d’atto, così come dal 1987 se la costruzione della Macchina è affidata ad un costruttore, il suo Trasporto è consegnato al Sodalizio. Le ipotesi che Palazzo dei priori possa dare ad altri questo compito? Fantascienza pura. E comunque occhio, perché il riconoscimento Unesco è venuto grazie al progetto: senza Sodalizio verrebbe a cadere automaticamente. Leggo che il sindaco vorrebbe aprire: lo dice a parole, nei fatti invece non agevola l’armonia. Dice che non è onorevole ridurre tutto ad una questione di soldi (i contributi comunali che non arrivano, ndr), per me semmai non è onorevole costringere tanti ragazzi tra noi a tirare fuori i soldi per pagarsi il pranzo sociale. Il Comune paga la banda, i vigili, e gli aspetti logistici del Trasporto? Quando e se ci ridaranno il contributo, previa approvazione del bilancio, ci impegnamo a pagare tutto di tasca nostra, e la banda conta relativamente, l’importante è che batta forte il cuore per Santa Rosa. Intanto, rinunciamo alle sigarette, ma chiediamo al Comune di versare la somma destinata a quell’acquisto tradizionale per la beneficenza”. Stop. Niente domande sul tema, l’incontro col sindaco relegato soltanto al formale passaggio di consegne in San Sisto, niente cerimonie né salamelecchi. I Facchini sono troppo furbi per cadere nelle provocazioni: le amministrazioni passano – e quante ne sono passate, dai presuli ai podestà, dai sindaci democristiani a quelli ex fascisti per tornare ancora ai democristiani – i Facchini restano. E con l’aiuto degli incassi delle cene in piazza (“Un successo strepitoso, meglio dell’anno scorso”, per Mecarini) e dei privati (il costruttore Vincenzo Fiorillo annuncia che pagherà la merenda rinforzata al boschetto dei Capuccini, e altri imprenditori sono sempre vicini alle esigenze dei portatori) tirano a campare.
IL RADUNO I ciuffi sono lì, ammucchiati in un angolo, pronti ad essere consegnati ai più tosti tra i tosti. Mecarini: “La prima novità di quest’anno è il raduno, che si terrà alle ore 14 del 3 settembre alle Scole Rosse (guai a chiamarle “scuole”). E’ un ritorno ai tempi di Nello Celestini (fondatore del Sodalizio, capofacchino mitologico e scomparso lo scorso febbraio, a lui è dedicato il Trasporto, ndr), ed è un modo per ricordare il grande Nello e per rivivere le emozioni dei vecchi tempi, ma anche per tramandarle a quei giovani tra noi che non hanno avuto la fortuna di viverle”. Di lì, via al giro delle Sette chiese, con la novità che a San Francesco verrà cantato un inno a Santa Rosa degli anni Sessanta, ritrovato da Silvio Cappelli.
IL TRASPORTO Tocca al capofacchino di oggi, Sandro Rossi presentare la prima volta di Gloria. Prudente, accorto, Rossi definirà gli ultimi dettagli tra il 31 agosto e il 2 settembre, con gli ennesimi sopralluoghi sul tragitto “Ci sono 15 nuovi Facchini, un allargamento della famiglia abbastanza importante, anche perché l’anno scorso non avevamo preso nessuno – dice Rossi – La prova del traliccio è andata bene, anche se i pesi attaccati sotto, e non distribuiti sull’intera altezza della Macchina, possono dare sensazioni diverse. L’esperimento, comunque, ci ha dato entusiasmo e tranquillità per il debutto vero e proprio. I punti delicati? Una mezza dozzina, tutti al Corso: si tratta di passaggi stretti, dove dovremo rallentare, e magari scegliere traiettorie meno centrali e più defilate. Se la Macchina rallenta è ovvio che vada a pesare di più sulle spalle dei ragazzi, ma abbiamo tutte le carte in regola per affrontare questi aspetti. Anche per questa ragione, e per arrivare più riposati a piazza del Teatro, dove faremo un giro e un quarto, faremo una sosta tecnica di tre minuti, senza uscire dalla Macchina, all’altezza di Scuderi, alla ex chiesa di Sant’Egidio”. Le girate? Quella in piazza del Plebiscito sarà dedicata a tutti i viterbesi. Al Teatro, un giro dedicato a Nello Celestini e l’altro ai Facchini scomparsi quest’anno: Giovanni e Mario Aspromonte, Bruno Cappellaro ed Enrico Bianchi.
ASCENZI & FIORILLO Sono i due padri – per ragioni diverse – di Gloria. Anche loro sentono la pressione dell’avvicinarsi del momento. L’architetto Raffaele spiega il perché: “La Macchina è la Macchina soltanto il 3 settembre, coi Facchini sotto, che attraversa la città buia. Questa è Santa Rosa, la Macchina che sta ad Expo è una cosa diversa, è uno specchietto per incuriosire, per far capire che a Viterbo quel giorno c’è un evento unico, magico. Ho visto tanto interesse e tanto gradimento intorno a Gloria, ma il meglio deve ancora venire, non abbiamo svelato nulla, in fondo”. Acquolina in bocca, vermi dentro la pancia.
Ascenzi dice che la sua Macchina era dentro una chiavetta Usb, e che è stato Vincenzo Fiorillo e il suo staff a trasformarla in quello che è. E il costruttore e presidente della Banca di Viterbo ha le idee chiare: “A Sandro Rossi voglio dire una cosa: se la Macchina può passare in certi tratti difficili, lui e le guide ce la faranno passare. Non si può mettere in discussione l’esperienza e l’operato del capofacchino e dei facchini. Per quanto riguarda il cantiere, abbiamo deciso di renderlo aperto e visibile a tutti non per fare pubblicità alla mia azienda, ma perché la Macchina è dei viterbesi, è della città. E tutti devono avere la possibilità di vedere come nasce”. Gli applausi scuotono il covo dei Facchini, e sono applausi di gratitudine.
LA FIACCOLA A margine del Trasporto, poco prima della partenza, ecco un’altra novità firmata dal Sodalizio. E’ l’arrivo di una fiaccola – si chiama Lux Rosae, e l’ha disegnata Ascenzi coi suoi collaboratori – che partirà ore prima da piazza San Pietro, benedetta dal Vaticano. La porteranno 18 “messaggeri”, tutti viterbesi, guidati da Rodolfo Valentino, lungo la Cassia e sarà accolta da due ali di Facchini. Conterrà un messaggio che verrà letto dal vescovo. L’idea è nata a luglio dello scorso anno, ci hanno lavorato durante l’inverno e ora ci siamo. Potrebbe diventare una tradizione nella tradizione, oppure essere un una tantum. Ma è la dimostrazione – come ribadiscono in chiusura il presidente Mecarini e lo stesso Rossi – che tanti cittadini sono vicini al Sodalizio, che c’è tanta voglia di fare intorno e per Santa Rosa. E che al netto delle polemiche e delle strumentalizzazioni, nessuno riuscirà mai a intaccare il fascino di questo giorno. Perché questo giorno non ha padroni.