Da Angelo Allegrini riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta al presidente della Regione Nicola Zingaretti:
Caro Nicola,
sono sicuro che si tratti di una macchina del fango quella avviata da Salvatore Buzzi nel carcere di Cagliari nel tentativo di coinvolgerti nel largo sistema di dazioni di Mafia capitale; niente di più che una strategia difensiva tesa ad apparire un soggetto concusso dalla politica piuttosto che un grande corruttore.
Come si vede in tanti film sulla mafia, quando alla fine del colloquio con il magistrato il boss o il picciotto si rimangia tutto quello che ha detto facendo spazientire gli inquirenti, allo stesso modo il Buzzi conclude la sua dichiarazione con la frase “che poi alcune volte sò veri e alcune volte non sò veri””per ammettere che non sempre è in grado di distinguere tra fatti conosciuti in prima persona e circostanze raccolte da altri soggetti.
Sta di fatto che, proprio perché credo nella tua autentica buona fede e auspico un rapido accertamento della verità, mi sento di dire che attorno all’appalto dei servizi esternalizzati della Asl si raccolgono troppi appetiti come le mosche attorno al miele e che non basta ricorrere all’Autorità anti corruzione di Cantone per cercare di evitare l’infiltrazione nel bando CUP e nello stesso tempo fare bene le cose.
Primo perché – come sta scritto nella petizione che in queste ore sta circolando sul web – la nuova gara per l’affidamento dei Centri Unici di Prenotazione taglierebbe, quasi il 20% dell’intero organico attuale non tenendo conto della ricognizione dei fabbisogni dei servizi elaborata solo lo scorso anno dalle Aziende; perché precarizza e discrimina i lavoratori, dato che il bando non prevede come obbligo, tranne che per le persone con disabilità, la riassunzione del personale attualmente in servizio nel ruolo e nel livello contrattuale raggiunto, in aperto contrasto con le disposizioni a tutela del lavoro previsti dalla normativa ; perché cancella ogni diritto dei lavoratori, inclusi quelli acquisiti, come il diritto al risarcimento per licenziamento dalla ditta uscente, e li mette alla mercé dei datori di lavoro, dato che l’assenza di una clausola di riassunzione può costringere i lavoratori ad accettare condizioni peggiorative, pena la disoccupazione.
Secondo, perché il mantenimento di una figura intermediatrice, sostanzialmente inutile e costosa, nel caso di rinnovo dell’appalto, apparirebbe di difficile sintonia con un operato oculato e, perché no, anche moralizzatore della tua giunta.
Soprattutto perché la re-internalizzazione dei servizi di centralino aziendale, front-office, CUP e sportelli polifunzionali, da troppo tempo appaltati, con conseguente assunzione dei più di 130 operatori attualmente impiegati solo nella ASL di Viterbo, oltre che procurare sollievo e restituire sicurezza a tante famiglie, comporterebbe un cospicuo risparmio per ASL e Regione pari a circa un milione di euro annui.
D’altronde la volontà di superamento della condizione precaria dei lavoratori era stata già manifestata, anche in atti, nelle precedenti consigliature e se il cammino per la reinternalizzazione si è interrotto è stato proprio a causa degli scandali e degli interessi illeciti che hanno macchiato l’immagine della Regione.
Finora la presenza di un “mediatore” che fornisse ad Asl e Regione il lavoro di centralinisti e impiegati, talvolta al servizio da vent’anni degli appaltatori che si succedevano spesso a se stessi, era motivata dal commissariamento della sanità laziale che ne impediva l’assunzione, ma ora, grazie agli sforzi da te compiuti e ai sacrifici degli abitanti della regione, non c’è motivo di continuare a mantenere un caporale che guadagni sulla pelle dei lavoratori.
Rinunciare ad un risparmio di un milione di euro all’anno e rifiutare nel contempo la possibilità di assicurare una diversa e ben maggiore serenità alle 130 famiglie dei dipendenti coinvolti significherebbe solo e soltanto una grave miopia dei tanti attori coinvolti e silenti, dirigenti Asl, sindacalisti, consiglieri regionali.
Se, oltre a te, c’è qualcuno tra questi disposto a farsi carico di queste attese, batta un colpo; sarebbe un ritorno di buona politica in un Paese da tempo maltrattato.
Angelo Allegrini
già segretario provinciale PD Viterbo e congiunto di lavoratrice centralino Asl