“C’è bisogno di fiducia, coraggio e ottimismo”. Domenico Merlani, presidente della Camera di commercio di Viterbo (“la casa delle imprese”, come ama definirla) pensa positivo. Il “dopo Santa Rosa”, tradizionale discrimine tra il periodo delle ferie e delle vacanze e la ripresa “full time” di qualsiasi tipo di attività in qualunque settore, sembra comunque all’insegna del segno “più”. “Premesso che mancano i dati numerici – sottolinea – mi sento di poter affermare in linea generale che la Tuscia, al pari dell’Italia, si sta lentamente rialzando”.
Ma da dove deriva questa situazione di clima tendente al sereno? “Ci sono innanzitutto – risponde Merlani – dei fattori esogeni, per così dire. Mi riferisco alla stabilità politica che è una componente non quantificabile in termini numerici, ma sicuramente decisiva per conferire all’intero sistema economico quelle certezze che sono condizione essenziale per investire e quindi per crescere. Un altro dato di fatto è che il fondo lo abbiamo ormai toccato e adesso non possiamo che risalire. Con difficoltà e fatica sicuramente, sapendo perfettamente che per arrivare a toccare i livelli pre-crisi servirà molto tempo e tanto lavoro, ma con la certezza che la strada intrapresa è quella giusta”.
Certificati i fattori esterni, restano da individuare quelli endogeni, cioè quelli più propriamente legati al territorio e alle sue caratteristiche. “In questo campo, ormai da qualche tempo, gli imprenditori si sono dati da fare e spinti dai morsi di una situazione di crisi senza precedenti, hanno cominciato ad innovare e a diversificare, ottenendo risultati importanti. Penso alle aziende turistiche che hanno saputo rimodulare la loro offerta di ricettività adeguandosi ad esigenze nuove e differenti rispetto al passato. Peraltro, le prime anticipazioni segnalano numeri positivi nel campo delle presenze e degli arrivi, in linea con un trend nazionale di crescita generalizzata. Anche la Tuscia dà il suo contributo con alcune eccellenze di assoluto valore mondiale: Civita di Bagnoregio ne è l’esempio più eclatante. Ma anche Villa Lante a Bagnaia, Palazzo Farnese a Caprarola e gli insediamenti etruschi sul litorale sono in grado di presentare un’offerta di qualità che i turisti e i visitatori mostrano di apprezzare. Con una sottolineatura non irrilevante”. Quale, presidente? “Dobbiamo fare sistema. Lo so, è un’espressione usata spesso e talvolta anche abusata, ma la capacità di mettersi insieme e unire le forze per presentare pacchetti attrattivi e concorrenziali è condizione essenziale per allargare il bacino dei potenziali utenti. E’ un settore che deve crescere ed espandersi: la mia convinzione è che ci siano le condizioni giuste per farlo”.
Il discorso, comunque, si allarga anche ad altri campi. “L’azione di innovazione ha coinvolto in generale tutti coloro che si occupano di servizi: le aziende si sono rimboccate le maniche, hanno dovuto mettere da parte tradizioni e modi di fare impresa che erano consolidati da decenni e adesso cominciano a raccogliere i frutti”.
La componente industriale non può che fare riferimento al distretto ceramico… “A Civita Castellana, chi ha guardato con maggiore attenzione ai mercati internazionali, ha ottenuto buoni e, talvolta, anche ottimi risultati. La strada è tracciata: apertura al nuovo con prodotti di qualità. Ma anche in questo caso vale il discorso precedente: unire le forze è un’esigenza dalla quale non si può più prescindere”. Ma è così difficile farlo? “E’ un processo lungo, sicuramente, e anche complesso. L’imprenditore è per sua natura abbastanza individualista e per di più vanno cambiate abitudini ataviche. In questo, giocano un ruolo decisivo le nuove generazioni, magari i figli, decisamente più portate a ragionare in termini globali superando le resistenze del piccolo che è sicuramente bello, ma che non basta più per competere in mercati che sono ormai mondiali”.
Ci sono altri segnali di speranza? “Colgo soprattutto nel capoluogo una positiva inversione di tendenza in campo immobiliare: famiglie e imprese che si erano fermate da qualche anno, hanno ripreso a costruire. E si sa che il mattone tradizionalmente fa girare l’economia. Ottime performance arrivano dal settore agricolo dove, sempre grazie ad un‘opera di ammodernamento e ristrutturazione, che è costata fatica e sacrificio, si stanno ottenendo risultati significativi nelle colture biologiche e nell’allevamento di qualità”.
La conclusione, presidente Merlani? “I segnali di inversione di tendenza e di crescita, dopo una lunghissima fase di stasi e di regressione, ci sono tutti: vanno consolidati e rafforzati. Lo ripeto da cittadino e da imprenditore: servono fiducia, coraggio e ottimismo. Non possiamo perdere il treno della ripresa, anzi possiamo e dobbiamo dargli più velocità”.