Frammenti di Expo giungono anche nel viterbese. Chi l’avrebbe mai detto. In concomitanza con l’evento milanese, parte oggi una mostra intitolata “Il Sapore della storia. Racconto archeo-gastronomico della media valle del fiume Fiora”.
Attori protagonisti sono il Centro studi di preistoria e archeologia di Milano, il Comune di Farnese (che ospita la mostra), il locale museo civico “Ferrante Rittatore Vonwiller” e la Soprintendenza archeologica del Lazio e dell’Etruria meridionale.
L’intento è quello di trattare in maniera didattica e divulgativa il tema dell’alimentazione e della produzione di cibo nelle epoche passate, con confronti con la produzione attuale del territorio.
Perché Farnese? Viene da chiedersi. In primis per la posizione geografica. Ossia l’ubicazione nella media valle del Fiora (appunto). Laddove gli archeologici scavano esattamente da 41 anni. Secondo poi, per l’anima rurale e contadina del borgo, espressa appieno nella gastronomia.
Proprio quella gastronomia che, nell’allestimento, trasporterà i visitatori lungo mille anni di storia. “Saranno illustrati i reperti archeologici relativi alla produzione, alla trasformazione e alla cottura, di un abitato risalente al 1.000 a.C. – spiegano gli ideatori – e verrà chiesta la collaborazione dei produttori locali per la realizzazione di un confronto tra cibi antichi e contemporanei, che nella cultura contadina non sono cambiati di molto”.
E ancora. Il tutto sarà parte integrante del progetto “Le vie della Preistoria”, che il Centro studi spinge da tempo, al fine di sensibilizzare la popolazione locale, e di aumentare l’afflusso turistico dell’area.
Ed ecco la seconda parte della giornata odierna. Ossia la visita pomeridiana (ore 17) agli affascinanti scavi dell’abitato protoetrusco di “Sorgenti della Nova”. Alla quale tutti possono partecipare. Tuffandosi in un contesto risalente all’età del “bronzo finale” (XII-IX sec. a.C.).
Ma torniamo alla mostra. Nella quale verranno esposti i materiali archeologici relativi alla vita quotidiana di Sorgenti della Nova: semi di grano, ossi di animali allevati e cacciati, macine e macinelli, pentole di ceramica e strumenti per la cottura e per i banchetti. Una parte sarà dedicata all’uso rituale del cibo. Non mancherà infine un apparato grafico divulgativo. Tali pannelli verranno donati al museo, e verranno raccolti in una brochure che sarà distribuita gratuitamente a tutti gli interessati.