L’attenzione che il Partito democratico sta dedicando in questi anni alla green economy è dimostrata dai fatti. Dentro l’attuale crisi, c’è un pezzo di Italia che sta reagendo e che continua a crescere. Parlo proprio delle imprese che hanno deciso di investire sull’innovazione per trovare un nuovo equilibrio tra crescita e sostenibilità. Le nuove imprese green sono 340 mila e rappresentano in Italia il 22% dell’interno comparto, percentuale che sale al 33 nel manifatturiero.
Di questo abbiamo parlato nel corso di una serata alla festa provinciale dell’Unità di Viterbo. Hanno partecipato al dibattito, moderato da Andrea Egidi, anche il consigliere regionale Enrico Panunzi e l’assessore Fabio Refrigeri, il rettore Alessandro Ruggieri, il commissario dell’autorità portuale di Civitavecchia Pasqualino Monti.
Abbiamo iniziato con Enrico Letta, mettendo a sistema gli eco bonus, ovvero gli incentivi fiscali in materia di edilizia, settore tramortito dalla crisi. I risultati sono sorprendenti: grazie a questi strumenti introdotti a luglio 2013, già a inizio del 2014 tra investimenti pubblici e privati abbiamo movimentato qualcosa come 28 miliardi di euro in investimenti.
Personalmente, ho ricordato la recente legge sugli ecoreati. Una conquista di civiltà che ora consente di avere strumenti più certi per difendere l’ambiente. Le peculiarità del provvedimento sono: inasprire le sanzioni; raddoppiare la prescrizione per i nuovi delitti; prevedere forme di ravvedimento operoso (il diretto protagonista dell’atto delittuoso ricostruisce le condizioni precedenti al danno arrecato, il che consente un alleggerimento della pena); introduzione di nuovi delitti nel codice penale (delitto di inquinamento, delitto di disastro ambientale, traffico di materiale ad alta radioattività, omessa bonifica e impedimento di controllo).
Nei mesi scorsi abbiamo recepito le direttive europee in materia di efficienza energetica. Da qui al 2020, prima le amministrazioni centrali dello Stato, poi a scendere Regioni, Province e Comuni, dovranno abbattere i consumi del 3% l’anno”. Mazzoli ha anche ricordato la prima legge sulla green economy già approvata alla Camera, contenuta nel collegato Ambiente alla Legge di stabilità 2014.
La sfida principale è riconquistare posizioni sul made in Italy a livello internazionale. Abbiamo le potenzialità necessarie ma anche tre grossi limiti: assenza di strumenti di programmazione sul medio e lungo termine; livelli elevati di corruzione; scarsa dotazione infrastrutturale. In tal senso, l’accordo tra Governo e Regione per il completamento della Trasversale è un fatto straordinario su cui anche l’autorità portuale si è spesa.
Per quanto riguarda la provincia di Viterbo, abbiamo ottime chance di ripresa, a partire dal distretto ceramico dove le imprese sopravvissute lo hanno fatto perché per il 70% stanno sui mercati esteri grazie a investimenti mirati in innovazione e internazionalizzazione. Inoltre, vorrei ricordare ai giovani le opportunità rappresentate dall’imprenditoria agricola. Un esempio su tutti: nonostante la crisi dell’olivicoltura, sono disponibili nuove misure a sostegno del comparto e molte nuove imprese stanno nascendo. Se poi pensiamo al turismo, la Tuscia ha potenzialità enormi: cito l’esempio di Bagnoregio, quanto sta avvenendo lì è straordinario e significativo per tutta la provincia. Per non parlare delle imprese sociali, ovvero quel terzo settore che è una forza di solidarietà, occupazione e coesione sociale, coprendo spazi che lo Stato da solo non ce la fa a garantire. Sono queste le nostre opportunità di rilancio nell’ottica di un nuovo modello di sviluppo, sostenibile e duraturo.