Il consorzio Tspa, per la tutela e la salvaguardia delle persone e dell’ambiente, è una struttura che mette insieme i Comuni di Tuscania, Arlena, Piansano e Tessennano. Che però, a sentire le rappresentanze sindacali, starebbe vivendo un momento particolarmente delicato, specie per i lavoratori. E per questo i tre maggiori sindacati, nelle persone dei rappresentanti sindacali della Funzione pubblica (Cinzia Vincenti per la Cgil, Renato Trapè per la Cisl e Lucio Corbucci per la Uil) hanno scritto una lettera ai sindaci tre quattro Comuni interessati – e per conoscenza al prefetto di Viterbo – per mettere in luce ancora una volta la situazione. Responsabilità, sempre secondo i sindacati, che andrebbe ascritta al comportamento del Comune di Tuscania. “Che è il principale se non unico debitore e che non trasferisce ancora i fondi dovuti e arretrati da due anni, aumentando le difficoltà e lo stato di disagio dei dipendenti del consorzio – scrivono i sindacati – Come abbiamo evidenziato nella dichiarazione dello stato di agitazione non esistono ragioni o motivazioni che giustifichino un simile ritardo. La stessa amministrazione, per voce del vicesindaco, aveva rassicurato in un precedente incontro che non esistevano problemi e che ogni chiarimento era stato effettuato, in particolare riguardo alla liquidazione dei consuntivi per il 2013-2014. Ad oggi invece, unica novità, sembra che il sindaco Bartolacci, quasi con strategia machiavellica, abbia disposto di concedere una piccola anticipazione sull’esercizio 2015, ma il tutto si è subito arenato a causa della contemporanea assenza per ferie dei dirigenti del Comune che debbono rendere esecutivi gli atti con la loro firma, tra l’altro senza che nessuno possa sostituirli. Non ci sembra una coincidenza e non è sufficiente far rientrare solo un dirigente”.
Le difficoltà, insomma, continuano: “Di questa vicenda non ne soffre solo il personale del consorzio se questo fosse un obiettivo – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – ma anche i fornitori che non possono essere liquidati e soprattutto i servizi (mensa, servizi sociali, ecc.) il cui futuro viene messo in discussione. Questa situazione sta diventando sempre più incomprensibile oltreché spiacevole e grave”.
Di qui le possibili conseguenze a tutela delle ragioni (e dei diritti) dei lavoratori: “Rinnoviamo la nostra richiesta agli amministratori e dirigenti di attivarsi con urgenza per risolvere concretamente l’intera questione – ripetono i sindacati – invitando tutti a riflettere sulla gravità del problema e prendendo atto che si sta parlando di lavoratori che continuano comunque a garantire i servizi con responsabilità e senso del dovere. Va precisato che rimane in atto l’agitazione del personale, e ci riserviamo altre iniziative”.