Ad oltranza, come quelle partite di pallone giù in cortile che non finivano mai. Ad oltranza, come quelle serie televisive la cui serie s’allunga nel tempo per tenere attaccati allo schermo i teledipendenti, e poco importa se la sceneggiatura ne risente. Ad oltranza, come questi consigli comunali sul bilancio di previsione, convocati ieri dalla conferenza dei capigruppo, presente il presidente della sala d’Ercole Marco Ciorba. Si parte domani, si finisce lunedì 31 agosto, quando suonerà il gong della scadenza ultima fissata dalla prefettura per l’approvazione della manovra finanziaria da parte di Palazzo dei priori. Fino a sabato si comincia alle 15.30, col fresco. Nelle ultime tre sedute, invece, in aula dalle 9.30.
Pochi scherzi: il prefetto ha intimato al Comune di chiudere la faccenda entro la fine del mese, perché di tempo ne è già passato tanto (la discussione, con l’approvazione delle aliquote, era partita gli ultimi giorni di luglio), e in mezzo – giovedì scorso – c’è stato anche il consiglio andato a vuoto a causa della mancanza del numero legale. Basta giochetti, dunque, che si discuta. E se non si riuscirà ad approvare tutto, ecco lo spettro del commissario ad acta, che potrebbe anche essere il preludio per lo scioglimento dell’amministrazione.
Il tempo resta dunque il fattore decisivo. Perché le varie anime della minoranza hanno depositato da un pezzo migliaia di emendamenti (“Tutti originali, senza trucchi”, assicurano loro) e se si dovesse discuterli tutti si arriverebbe comodamente al santo Natale del 2024. I beninformati sostengono che la maggioranza abbia già in mano il sistema per risolvere la questione. Un escamotage – suggerito chissà da chi – che consentirebbe di dribblare l’ostruzionismo annunciato e votare il provvedimento entro la data stabilita, se non prima. Altri ancora ipotizzano che proprio in queste ore sarebbero in corso delle manovre di avvicinamento per chiedere “collaborazione” all’opposizione, o a parte di essa. I più, invece, si rassegnano a trascorrere sei giorni filati dentro Palazzo dei priori. Con una postilla interessante: riusciranno i nostri eroi della maggioranza a mantenere il numero legale qualora la situazione dovesse farsi lunga, noiosa e pure delicata? Basta una distrazione, un salto al gabinetto, e si rischia il patatrac.