“Prevedo un autunno caldo, anzi mi auguro che sia così bollente da portare alle dimissioni del Governo e di conseguenza alle elezioni”. Massimiliano Bernini, deputato vetrallese del Movimento 5 Stelle, scruta nel futuro prossimo e punta l’indice sulle riforme già approvate e su quelle da approvare. “E’ vero, di quella costituzionale si occuperà in particolare il Senato, ma noi la seguiremo con grande attenzione e soprattutto con la speranza che non arrivi mai alla seconda lettura alla Camera perché vorrà dire che non ha superato lo scoglio di Palazzo Madama e che quindi Renzi è stato battuto e costretto a battere in ritirata”.
Onorevole Bernini, al di là delle questioni generali, ce ne sono alcune che ha seguito e continua a fare con particolare attenzione. “Nel mese di agosto – conferma – mi sono in particolare interessato delle questioni relative al caporalato in agricoltura: una piaga, una vera e propria emergenza indegna di un Paese che vuole definirsi civile. Ho presentato due interrogazioni: una sul caso di Paola e l’altra sulla tragedia di quel sudanese morto praticamente di caldo. Ci sono state poi altre vittime in Puglia che rendono il tema particolarmente d’attualità. La mia posizione e quella del Movimento 5 Stelle è molto chiara: bisogna mettere un punto fermo e dire basta ad una situazione di illegalità, in cui il lavoro nei campi è di fatto nelle mani di persone senza scrupoli che obbligano a lavorare in condizioni inumane. I cosiddetti caporali sono un’autentica vergogna dell’Italia, soprattutto quella meridionale”.
Un’altra situazione che particolarmente a cuore a Bernini è l’Imu agricola, provvedimento che ha visto in prima linea i rappresentanti pentastellati. “In aula ci abbiamo provato in tutti i modi, insieme anche ad altre forze politiche, ma non ci siamo riusciti. Non ci siamo arresi: il giorno dopo l’approvazione del decreto, abbiamo presentato una proposta di legge per cancellare questo balzello ingiusto e sbagliato. Abbiamo presentato una mozione che è stata bocciata. Ci abbiamo provato anche con alcuni emendamenti inseriti nel decreto enti locali e nel cosiddetto milleproroghe: niente da fare, ma questo non significa che ci fermeremo”. Renzi ha annunciato che l’Imu agricola sarà cancellata nel 2016… “Vedremo se davvero sarà così. Intanto, restano i problemi relativi al 2014 e all’anno in corso che stanno provocando danni enormi ai comuni. Perché, come si sa, lo Stato ha preteso che i Comuni trasferissero tutti gli introiti previsti, ma i cittadini non hanno pagato e dunque gli incassi sono stati inferiori alle previsioni. Conseguenza? Enormi buchi nei bilanci comunali. Ma la cosa più grave è un’altra”. Quale, onorevole? “Basta fermarsi alla Tuscia per vedere che zone con produzioni ad alto valore aggiunto (nocciole e castagne) sono parzialmente o totalmente esenti, altre (quelle costiere) pagano per intero. Tutto questo crea disparità e ingiustizie insopportabili. Sapete qual è la conseguenza di tutto questo, testimoniata dalle e mail che mi arrivano? Che i piccoli produttori vogliono disfarsi della loro terra, addirittura in alcuni casi sono disposti a regalarla… E chi potrà permettersi di acquistare a prezzi peraltro stracciati? Le grandi aziende, i grandi produttori. Contravvenendo ad un articolo della Costituzione che impedisce i latifondi… “. Come se ne può uscire? “Innanzitutto cancellando questa legge e, nel concreto, dando subito ai comuni quanto non hanno potuto incassare: altre soluzioni non ne vedo. La terra non si tassa: punto e basta”.
Il suo personale obiettivo? “Vorrei che si andasse al più presto a votare. Come sta avvenendo in Grecia dove Tsipras chiede al popolo di confermargli la fiducia. Altrimenti saranno ad altri ad occuparsene, rispettando le scelte dei cittadini. E d’altronde se Renzi è così sicuro della bontà delle riforme approvate e di quelle in cantiere, perché ha così paura del voto? In Italia c’è una carenza democratica preoccupante che deve spaventare tutti”. Magari, potrebbe candidarsi a sindaco di Roma… “Non ci penso nemmeno. Peraltro nel Movimento ci sono poche regole ma molto chiare e ferree: chi è portavoce alla Camera, non può avere altri incarichi simili. E questo discorso vale per me e per Alessandro Dibattista, spesso tirato in ballo sulla vicenda. Non accadrà, statene certi. Un’altra nostra regola è che i candidati vengano scelti attraverso le primarie on line: i romani utilizzeranno questa procedura e sceglieranno il miglior candidato possibile. Con un’aggiunta che mi preme fare”. Quale? “La politica va depersonalizzata; contano prima le idee e i progetti e poi chi è chiamato ad attuarli. La mia esperienza in Parlamento è impegnativa e altamente gratificante, ma quando finirà ognuno di noi tornerà alle sue occupazioni. Questa è la vera democrazia, non certo la costante occupazione del potere”.