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“A Viterbo record di morti sul lavoro”

Giancarlo Turchetti (Uil): "Cinque vittime nei primi sei mesi: dati allarmanti

Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo

Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo

“Viterbo è la seconda provincia del Lazio per numero di morti sul posto di lavoro nel primo semestre del 2015. Cinque le vittime su trenta morti sul posto di lavoro nel Lazio da gennaio a giugno di quest’anno. Un bilancio che si aggrava ulteriormente con le morti avvenute in itinere. In questi primi sei mesi sono stati 15 in tutta la regione, facendo salire il numero delle vittime a 45. Non solo , ma il Lazio è anche la quarta regione a livello nazionale per numero di infortuni mortali con una media di 5 incedenti al mese”. A dichiararlo è Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo, sulla base dei dati Inail.

A Roma si contano 29 lavoratori deceduti nel primo semestre 2015 (11 dei quali in itinere). E in tal caso la capitale indossa a livello nazionale la maglia nera per numero di vittime registrate in occasione di lavoro (18), seguita da Milano (16) e da Palermo e Napoli (10). Dopo Roma, a livello regionale, ci sono Latina e Viterbo (5 infortuni mortali), seguite da Frosinone (4) e da Rieti (2).

“Il settore più colpito – prosegue Turchetti – è quello dei trasporti e magazzinaggi con 6 infortuni mortali, seguito dalle attività manifatturiere e dal noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (4 vittime), da costruzioni, commercio e attività di alloggio e ristorazione (3)”.

Delle 45 vittime, 14 erano quarantenni, 13 cinquantenni, 7 sessantenni e 7 i trentenni. Sette anche le donne che hanno perso la vita e 10 i lavoratori stranieri.

“E’ il prezzo della crisi – conclude Turchetti – un prezzo che i lavoratori pagano anche con la propria vita. Lavorare non può e non deve significare mettere a rischio la propria esistenza magari per non essere licenziati. Non si può e non si deve stare al perenne ricatto della crisi che poi sono sempre i soliti a doversene fare carico. Ed è insopportabile vedere come il lavoro – in alcuni casi, spesso caratterizzati dal mancato rispetto delle regole – si possa trasformare da opportunità e realizzazione dei propri desideri in un luogo dove si perde la vita, il bene più prezioso”.

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