A Caffeina ci è venuto anche lui: il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che approfitta della visita all’Unitus per la mostra “Tuscia Food Valley” per fare un salto in centro. C’è il patron Filippo Rossi, come sempre accompagnato dal fido Andrea Baffo; ci sono il consigliere regionale Riccardo Valentini, il sindaco Leonardo Michelini, l’assessore Giacomo Barelli. Simpatico siparietto in piazza del Plebiscito davanti alla porta simbolica di Caffeina, alla quale si può versare volontariamente un euro per consentire alla manifestazione di continuare a vivere (e vale sempre la pena farlo, al di là del costo dei ticket per assistere alle varie performance; 3,50 euri, meno di una pizza). Poi una breve passeggiata per arrivare in via San Lorenzo dove il “Montalbano de’ Noantri” si ferma per la cena al ristoro del papi e dei pellegrini. C’è anche il tempo per uno scatto eseguito dal governatore in persona e poi a tavola con gli animatori della locanda di Laura Belli, anzi i giullari che improvvisano il simpatico siparietto: “Hai visto il papa?”. Davanti a Palazzo dei Papi, Marco Travaglio lancia strali contro i “leccaculi”: “Sport non olimpico – sentenzia – nel quale siamo campioni del mondo”. Zingaretti non si fa vedere: cena e prende la via di casa.
In precedenza, la visita alla mostra allestita al rettorato di S.Maria in Gradi accompagnato da Alessandro Ruggieri rettore dell’Università della Tuscia. “Lavorare con gli attori importanti della Regione ripaga sempre in qualità – sottolinea il presidente -. Non c’è dubbio che le Università sono un fiore all’occhiello di un tessuto culturale produttivo che sta lavorando anche in questa grande occasione dell’Expo mettendo il meglio di se in questo caso indagando su storia cultura, qualità, valore, del cibo in un modo che solo gli atenei in effetti possono fare”. L’iniziativa “Tuscia Food Valley” vede tre Atenei del Lazio (Tuscia, Roma Tre e Sapienza) insieme nel progetto scientifico realizzato in campo alimentare nel quadro delle iniziative per Expo 2015. Eccellenze scaturite dalla ricerca di alta qualità degli Atenei e che pongono i prodotti agricoli del Lazio al vertice delle classifiche italiane e mondiali. Effetti speciali anche sensoriali per un allestimento del tutto singolare curato dal professor Marco Esti dell’Università della Tuscia. Alla visita in anteprima erano presenti anche il presidente della Provincia Mazzola, il sindaco Michelini, i consiglieri regionali Valentini e Sabatini, oltre che docenti e ricercatori.
Il progetto allestitivo propone sei sezioni tematiche, di cui quattro legate al processo produttivo del cibo.
Colture Include ricerche relative alla produzione delle materie prime (la ricerca che ha fatto nascere SunBlack, il pomodoro nero)
Trasformazione e conservazione Tecnologie e processi applicabili all’industria agroalimentare (come sensori ottici applicati al controllo della disidratazione di frutta biologica)
Consumo L’economia, la distribuzione e l’acquisto dei prodotti alimentari, secondo il punto di vista e le scelte del consumatore
Sicurezza e qualità Strumenti e biotecnologie capaci di migliorare la produzione e il consumo del cibo . Inoltre, con la sezione Cultura, si racconta l’archeologia come strumento per la ricostruzione del paesaggio e dell’alimentazione antichi.
Sostenibilità Include vasti ambiti tematici, dalla modalità di recupero di scarti alimentari, ad interventi di cooperazione internazionale, al costo ecologico dei nostri consumi.
Un percorso veloce attraversa tutte le parti dell’esposizione fornendo un quadro sintetico e completo, per una visione rapida dei contenuti. Un percorso di approfondimento, caratterizzato da stazionamenti in corrispondenza dei diversi temi, permette una conoscenza dettagliata dello stato di avanzamento delle ricerche.
“Si tratta di una rassegna di alto valore scientifico – conclude il rettore Alessandro Ruggieri – che dimostra a quali livelli siano arrivate la ricerca e le potenzialità degli Atenei soprattutto di quello viterbese che nel settore agroalimentare è un sicuro punto di riferimento mondiale. Ma in questa mostra-ha proseguito il rettore- c’è anche il grande contributo di tanti altri Dipartimenti del nostro Ateneo a conferma che le ottime sinergie producono grandi frutti”.