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“Volete i bagni pubblici? Mille euro”

Wc comunali chiusi al Tuscia film fest a causa dell'esosa richiesta di Viterbo Ambiente

Il manifesto affisso dalla direzione del Tuscia film fest e il preventivo di Viterbo Ambiente

Il manifesto affisso dalla direzione del Tuscia film fest e il preventivo di Viterbo Ambiente

Può capitare di dovere andare al bagno. Quando scappa scappa, come direbbe Pierino. Oppure, per i latini (e non le latrine) natura premet. Può capitare di dover utilizzare il gabinetto anche prima, durante o dopo la proiezione di un film. Ma quelli che in queste serate avrebbero voluto usufruire dei servizi igienici durante il Tuscia film fest in piazza San Lorenzo, hanno avuto una brutta sorpresa. I bagni pubblici della piazza, di proprietà del Comune e in gestione a Viterbo ambiente, posizionati sotto la scalinata d’accesso di Palazzo papale, erano chiusi. Perciò, niente pipì.

Per chi avventatamente volesse dare la colpa all’organizzazione – tra l’altro sempre impeccabile – della ultradecennale rassegna cinematografica viterbese, va specificato che il festival non c’entra nulla. E lo si capisce dall’avviso che lo stesso Tff ha provveduto ad affiggere in loco per comunicare le cause del disservizio e per scusarsene con gli utenti.

Un cartello che spiega tutto: “Così come avvenuto senza problemi lo scorso anno, avevamo richiesto l’apertura dei bagni di piazza San Lorenzo negli orari delle proiezioni e incontri. Il giorno 8 luglio ci è stato comunicato che la cosa era fattibile previa accettazione da parte nostra del preventivo inviatoci a quattro giorni dalla partenza della rassegna, da parte della società Viterbo Ambiente. Da parte nostra c’era la massima disponibilità a riconoscere al lavoratore che avrebbe dovuto chiudere i bagni non più alle ore 19.30, ma alle 23.30, il giusto compenso per il suo servizio. Ed eravamo e siamo disposti a gestire anche direttamente i bagni durante lo svolgimento del festival. A nostro parere, però, il preventivo di Viterbo Ambiente non è accettabile e ci scusiamo ancora per il problema che questa nostra scelta creerà al pubblico. Ci auguriamo che il buon senso possa prevalere e che già da domani tutto possa essere risolto”. La data è del 10 luglio, quindi primo giorno del festival.

A fianco, c’è anche la fotocopia del famigerato preventivo formulato da Viterbo Ambiente. Quanto costa tenere i bagni aperti per quattro ore in più nei nove giorni (8 feriali e un festivo) del Tuscia film fest? “Mille euro, Iva inclusa”. Cioè 110 euro (ma Iva inclusa…) al giorno. Caro mi costa, questo cesso. E comprensibile che una rassegna culturale – che pure ha il suo budget da gestire con accortezza – abbia declinato gentilmente l’offerta. Né poteva essere possibile qualsiasi altra soluzione, tipo i gabinetti chimici mobili, che con la storica piazza c’azzeccano come i cavoli a merenda.

Così, mentre il consulente del Tff Enrico Magrelli, l’altra sera su Rai uno (Cinematografo, la trasmissione di Gigi Marzullo) decantava la bellezza di Viterbo e la qualità del festival, qui i bagni restano chiusi. Perché per aprirli ci vorrebbe un sacco di soldi. Almeno secondo le tariffe di Viterbo Ambiente.

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