Allora, mettiamola così: stavolta è andata male, ma si è acquisita un’esperienza che in futuro potrà tornare molto utile. Si parla della bocciatura di Viterbo nella corsa alla conquista del titolo di capitale italiana della cultura 2016-2017. La città dei papi non è entrata nel gruppetto della 10 finaliste: ci può stare, direbbe Benitez. E ci può stare pure che, dopo due annate tutt’altro che esaltanti sulla panchina del Napoli si finisca alla guida di uno dei club più potenti e forti del mondo (Real Madrid), ma questo è un altro discorso. Contra lo cul, ragion non puote dicevano i liceali di una volta, facendo passare la citazione per un inesistente verso dantesco. Ci sono rimasti male i membri della commissione, ci è rimasta male l’amministrazione comunale, ci sono rimasti male tutti coloro che hanno a cuore davvero le sorti di questa città. A prescindere dall’appartenenza politica e partitica. Ci si potrà riprovare, già a partire dall’anno prossimo quando cominceranno le procedure per la capitale del 2018. Ci può stare tutto, ma ciò che è davvero insopportabile è la nemmeno tanto malcelata soddisfazione di quanti (e sono parecchi) hanno gioito per questo passaggio a vuoto. Un tafazzismo (dal personaggio televisivo che amava percuotersi le parti basse e delicate in una sorta di masochistica auto-esaltazione) in salsa etrusca che non meriterebbe nemmeno commenti tanto è deleterio e stupido. Ma di costoro (gli stupidi) la mamma è sempre incinta, purtroppo.
Piuttosto, i sapienti che non perdono occasione per un comunicato stampa (reclamandone la pubblicazione anche se si tratta di sciocchezze sesquipedali) hanno dato un’occhiata, sia pure distratta, ai dati sull’economia viterbese? Se non lo hanno fatto (come è molto probabile), lo facciano e anche presto. Perché il quadro disegnato dalla Camera di commercio è ancora piuttosto preoccupante, pur con qualche segnale di inversione di tendenza che qua e là si può cogliere. La situazione è tuttora a tinte fosche, la crisi insomma non è finita. E soprattutto deve preoccupare tutti il fatto che manca un’ossatura di riferimento che abbia il merito di indicare la strada per venire fuori dalle sabbie mobili. D’accordo, il turismo è a giudizio unanime il volano sul quale puntare. Ma cosa si è fatto e si sta facendo per incrementarlo? Poco, a dire il vero. E tutto affidato alle iniziative dei privati. Si dice: il termalismo è il petrolio di Viterbo. Verissimo, ma anche qui, al di là delle dichiarazioni di principio, non si è andati. Qualcuno ricorda la delibera presentata a suo tempo dall’assessore Delli Iaconi alla sua maggioranza e subito furiosamente contestata da un consigliere comunale? No, non si sa che fine abbia fatto: è semplicemente e misteriosamente scomparsa. Perché? Boh… Tanto bisogna solo aspettare e avere pazienza: i nodi verranno al pettine presto, quando si tratterà di eleggere il presidente della terza commissione consiliare: la più che strategica mini assemblea che si occupa di urbanistica. Perché sempre a quei temi prima o poi si torna.
Però si trova il tempo per criticare una conferenza stampa di un’agenzia immobiliare in Sala Regia. Attentato, obbrobrio, lesa maestà, disonore perenne. Come se un’oretta, anche meno, di incontro abbia potuto deturpare in eterno gli affreschi e il prestigio di quel luogo. Ma per favore…
Buona domenica.