Camilli ha iscritto la Viterbese al prossimo campionato di serie D. Alleluja. Ma la goduria non finisce mica qui, ma cresce ascoltando le voci che radiomercato immette nel calderone e che confermano come quello del Comandante non sia soltanto un mossa pro forma. Dietro ai documenti, agli assegni richiesti dalla Lega nazionale dilettanti, s’intravede da parte del patron un disegno ambizioso.
Quello cioè di andarsi a prendere ciò che la Lupa Castelli aveva tolto ai gialloblu nello scorso campionato, vale a dire la vittoria del torneo e la promozione in Lega Pro. Sempre che non accada il secondo miracolo di questa estate pazza (il primo è la permanenza di Camilli), vale a dire un ripescaggio d’ufficio – e senza balzelli “a fondo perduto” da versare – tra i professionisti. Ma questo non dipende tanto da Viterbo, ma da quello che si deciderà nelle stanze del potere di Roma (consiglio federale della Figc) e Firenze (Lega Pro, commissariata dopo le dimissioni dello storico presidente, padre e padrone Mario Macalli).
Qualsiasi sia lo scenario, la sensazione – anzi, la certezza – è che la Viterbese non si farà trovare impreparata. E lo si capisce dal nome forte che sta circolando in queste ore per la panchina. E’ quello di Massimo Morgia, romano, classe 1951. Un nome che è una garanzia, per il curriculum sterminato, per i risultati (che nel calcio sono l’unica cosa che conta), per il carisma e magari pure un po’ per quei baffoni simpatici. Due campionati di D vinti nelle ultime due stagioni, prima con la Pistoiese e poi col Siena, in due situazioni diverse e altrettanto delicate (Pistoia piazza calda, Siena dopo il fallimento) e un’esperienza accumulata dalle Alpi alla Sicilia: Viareggio, Pavia, Marsala, Palermo (quando affrontò anche la Viterbese di Gaucci in C1), Savoia, San Marino, Sorrento e tanti altri. La sua pagina Facebook è una testimonianza in progress del personaggio: apprezzamenti da tutta Italia, in mezzo a frasi filosofiche di lui medesimo (“Vengo dal mare, vivo sulla terra, sogno di volare”). L’altro giorno Morgia era a Coverciano, a tenere lezione agli aspiranti allenatori della Figc: un maestro per tanti allievi.
Insomma, un personaggio, e speriamo che con Camilli scatti la scintilla definitiva, anche perché altrimenti gli allenatori del Comandante fanno sempre una brutta fine, da Allegri a Pioli passando per Pirozzi e Ianni, giusto per restare in chiave viterbese. Aspettando l’ufficialità – e al netto dei colpi di scena che comunque fanno parte del calciomercato – non resta che mettersi sul lettino da spiaggia e aspettare. Sarà un’estate meravigliosa.