Può essere portata a termine la chiesa di Villanova: lo sancisce un voto del Consiglio comunale (unico contrario De Dominicis, Movimento 5 Stelle). E’ vero, adesso l’incartamento passa alla Regione che potrà fare delle osservazioni, ma il primo passo ormai è compiuto. Prima di addentrarsi nei meandri di una complicata, e per certi versi contraddittoria, giungla legislativa, vale la pena innanzitutto chiedersi a che serve un voto (positivo o negativo) dell’assise comunale se poi, comunque, è la Regione a dare l’imprimatur definitivo? L’interrogativo, sollevato peraltro anche da diversi consiglieri di diverse parti politiche) rimane ovviamente senza risposta.
Dunque, in concreto, le cose stanno così. In passato e per lunghissimo tempo, era lo Stato a finanziare la costruzione degli edifici di culto: oggi non è più così. I risparmi hanno colpito pesantemente anche questo settore e quindi se si vuole erigere una nuova chiesa bisogna pensare ad altre fonti di finanziamento, visto che anche la Regione ha ridotto al minimo i contributi. Bisogna di conseguenza rivolgersi altrove. Magari ai privati. Ma siccome non tutti sono filantropi e portati alla donazione, a coloro che si sobbarcano i costi per costruire la Chiesa bisogna dare qualcosa in cambio. In termini tecnici si chiama “premialità”. Per dare un premio, l’allora giunta Polverini (assessore all’urbanistica Ciocchetti) varò una legge che prevede la possibilità di “scambiare” cubature. Ed è proprio a questo meccanismo che ha fatto ricorso l’impresa Saggini che ha realizzato la chiesa di Villanova, dedicata ai santi Valentino e Ilario, chiedendo in cambio di di poter costruire un complesso edilizio al Murialdo, nell’area dove sorgeva il vecchio campo di calcio dei frati Giuseppini. Per inciso, si scopre che sul quel campo ci hanno giocato (chissà quanto bene…) diversi consiglieri comunali: Marini (arcigno difensore), Tofani (attaccante di razza), Serra (non si sa in che ruolo) e lo stesso sindaco Michelini.
Lunghe e abbastanza noiose discussioni prima di arrivare al voto conclusivo. Presenti in Sala d’Ercole il parroco don Emanuele Germani, alcuni residenti del quartiere e anche il segretario del vescovo, don Roberto. Sono tutti d’accordo, fondamentalmente, ma un po’ di ammuina non guasta mai. La lottizzazione passa, si diceva, con un unico voto contrario, quello del pentastellato De Dominicis: “Voto no per coerenza con quanto sostengo da sempre: basta con la cementificazione. Anche se sono il primo a riconoscere la valenza sociale e il ruolo fondamentale delle parrocchie e di tutte le attività che portano avanti”. Prima del voto finale, c’è anche il sì a larghissima maggioranza ad un emendamento presentato dal consigliere Grancini (Fratelli d’Italia) assente ieri, nel quale si chiede massima vigilanza su quanto si andrà a realizzare al Murialdo e inoltre mantenere la strada di collegamento tra via Monti Cimini e via Monte Nevoso, conservare i platani e che la nuova costruzione non sia più alta di quattro piani. Va aggiunto che la chiesa di Villanova è ormai quasi del tutto completata: “Ma mancano le strutture accessorie – spiega don Emanuele – come il teatro, la biblioteca. Oggi possiamo guardare con fiducia al futuro e al completamento della struttura in ogni sua parte. Una struttura che sarà al servizio di un quartiere, spesso dimenticato”.
Breve sospensione: il sindaco Michelini si assenta per partecipare alla processione della Madonna del Carmelo, Treta e Moricoli vanno via per ragioni personali. Il centrosinistra resta con 16 consiglieri, che non fanno maggioranza. L’opposizione lo segnala, ma nessuno si prende la responsabilità di chiedere la sospensione. Incontri, riunioni dei capigruppo, poi si va all’appello: la minoranza si defila e il resto non basta a garantire il numero legale. Buon caldo a tutti.